L'omeopatia è sopratutto rapporto umano: in questa rubrica potrete chiedere a un'esperto consigli e suggerimenti su come affrontare e risolvere i vostri problemi con l'omeopatia.
Per inviare le vostre richieste scrivete a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Salve,

le scrivo perché vorrei informazioni riguardo a un mio "problema":

Buongiorno.
Vorrei chiedere delucidazioni sulle conseguenze del rimedio omeopatico affidatomi dalla mia omeopata - che non ho la possibilità di contattare a breve - che si chiama SULPHUR.
Mi è stato dato principalmente per risolvere dei problemi che mi porto dietro da molto tempo di acne al viso causata da una disfunzione ormonale (esito di una visita dermatologica) e di dolori mestruali in prossimità dell'arrivo del ciclo.
Dopo qualche settimana dall'inizio della cura mi sto rendendo conto che l'acne (dopo un peggioramento iniziale, ma so che è possibile, se non indispensabile, cominciando una cura omeopatica) sta migliorando, ma noto anche delle diversità a livello emotivo e psicologico.
Mi sento più "con i piedi per terra", meno emotivamente instabile come prima e se è indubbiamente un bene per la gestione di quegli sbalzi d'umore tipici che accompagnavano le mie giornate, mi ritrovo anche a non aver più quella sensibilità che mi apparteneva, indispensabile, ahimè, per il mio lavoro (io sono educatrice e contemporaneamente scrittrice, i sentimenti sono alla base dei miei mestieri) e neppure appetito sessuale, che prima invece era ben presente.
Mi chiedo: sono "normali" queste conseguenze?
Dureranno per tutta la durata della cura? (che tra l'altro voi consigliereste per quanto?)
Grazie dell'attenzione.

 

Risponde il dr. Carlo Melodia

Gentile signora,

l'aspetto centrale della medicina omeopatica è l'alleanza medico paziente come conseguenza di un vero consenso informato insito nella metodologia.

Infatti il racconto del paziente di se stesso oltre alle osservazioni del medico rappresentano la guida che porta alla prescrizione terapeutica che come è noto si basa sulla legge di similitudine!

Detto ciò il contatto con il proprio medico risulta indispensabile e non delegato in tema di esclusività per l'individualità di ogni paziente.

In pratica la giusta risposta alle sue domande può darla il suo medico.

In linea generale posso dirle che un rimedio non può cambiare una persona ma riportarla in equilibrio in quanto è l'organismo, stimolato dal rimedio, che opera il processo di guarigione.

Cordialmente,

dott. Carlo Melodia 

Gent. Dottore, ho 44 anni e ho da tempo problemi di emorroidi con sanguinamento. Nell ultima visita proctologica mi hanno detto che ho una fistola e per guarirla devono operarla. Esternamente si sente come un rigonfiamento che sanguina un po e fa un po di liquido. Vorrei gentilmente chiedere se è possibile guarire con l omeopatia.

La ringrazio anticipatamente per la risposta e invio cordiali saluti.

 

risponde il dr. Francesco Siccardi

Gent.ma Sig.ra Giusy

sicuramente la medicina omeopatica può aiutarla a risanare la sua ragade.

L’omeopatia risanando il terreno dell’organismo porta a chiudere la fistola riducendone il sanguinolento.

Una dieta può giovare all’equilibrio del suo apparato digerente, ricercando quei cibi che contribuiscono a disinfiammare l’organismo, quindi riducendo tutti gli zuccheri complessi quali pasta, pane, brioche, dolci, focaccia, pizza, riso ecc…, vini e alcolici in generali, carni rosse, dando preferenza a frutta, verdura e pesce.

Sotto direzione del suo medico omeopata, oltre al rimedio più opportuno per il suo quadro morboso può assumere un integratore di semi di uva rossa, ricco in antiossidanti, OPC Isena, in ragione di 2 capsule a colazione e 2 a pranzo.

Cordiali saluti

Dr Francesco Siccardi

Salve, sono qui per parlarle del mio problema: il calazio. Ad ottobre mi si è infiammata la palpebra superiore sinistra, inizialmente ho ignorato il problema pensando passasse, due mesi dopo mi resi conto della formazione di una pallina (anzi due, una più piccola dell'altra) e mi rivolsi all'oculista che mi prescrisse eucombidex, non ci fu nessun cambiamento ne miglioramento. Facendo ricerche ho letto che l'omeopatia può aiutare a contrastare il problema. Ora le chiedo gentilmente, ho due palline sulla palpebra sinistra, piccole e dure, leggermente piu visibili con il vento o con il freddo perche si gonfiano un po', alle volte ho sensazione di gonfiore e pesantezza anche se non è rosso, forse solo un puntino.. C'è un rimedio per il mio caso?

Grazie, A.

 

Gentile Amalia,

nella pratica oculistica convenzionale il trattamento del calazio tradizionale è di tipo chirurgico.  Nella pratica medica omeopatica, che osserva il malato unitariamente, si valutano circostanze e cause che possono avere determinato il calazio e congiuntamente anche sintomi e modalità collegati al calazio. Ad esempio sensazioni come bruciori, punture, peso ed atro! Peggioramento o miglioramento ad esempio con le applicazioni fredde o calde, di notte, di giorno ed altro.

Per la individualità intrinseca al metodo omeopatico risulta quindi insufficiente la diagnosi di calazio per indicare un rimedio; esso infatti rappresenta la scelta unitaria per similitudine con i sintomi del malato.

Quindi se ha deciso per il trattamento omeopatico si rivolga ad un medico omeopatico unicista classico.

Cordialmente,

dott. Carlo Melodia 

Buonasera Dottori,

Vi chiedo alcune delucidazioni in merito ad una cura omeopatica che mi è stata data. Soffro da anni di ansia ed attacchi di panico di cui in questi mesi si sono aggiunte delle contratture a livello del trapezio e schiena. Sono venuta in contatto con una omeopata non unicista che mi ha dato alcuni rimedi sia fitoterapici, oligoelementi che di omeopatia. La mia cura base per l'ansia e sindrome premestruale è sempre stata: 1 integratore di zafferano e magnesio con cui mi sono sempre trovata molto bene (l'ansia riuscivo a controllarla e la sindrome premestruale spariva - Facevo delle cure da 6 mesi con sospensione/riduzione di 1 o 2 mesi). La cura è stata questa: Argentum Nitricum 9 ch 4 volte al giorno, Ignatia Amara 9 ch 4 volte al giorno e Actaea Racemosa 5 Ch. Dopo circa tre mesi di trattamento ad oggi, ho dei seri problemi a proseguire la cura. Quando assumo sto molto male a livello mentale, e fisico come se mi sentissi intossicata. Fortunatamente le contratture sono sparite ma l'omeopata mi ha consigliato di proseguire una cura di mantenimento. Potete darmi qualche indicazioni in merito? Vi ringrazio e vi auguro una buona serata Alice

 

Cara Alice,

giudicare l’esito terapeutico senza aver preso visione del caso, soprattutto in omeopatia, non è sempre facile, anche perchè il medico che l’ha visitata avrà sicuramente fatto le giuste considerazioni per la prescrizione più appropriata. Tuttavia, avendo io seguito corsi di medicina omeopatica “unicista”, cioè si prescrive un rimedio alla volta, che beninteso può cambiare nel tempo, mi sembra che 3 rimedi (Actaea, Ignatia e Argentum) sia, sempre alla luce dei cardini di ciò che ci ha insegnato Hahnemann (il fondatore dell’omeopatia) un pò eccessivo in quanto sono 3 rimedi che hanno aspetti caratteriali, generali e fisici un pò diversi tra loro. Il rischio, se ho capito bene leggendo le sue righe, è che assumere i rimedi per 3 mesi può scatenare una sperimentazione e lei può aver tirato fuori i sintomi dei rimedi. Infatti Hahnemann sperimentava su se stesso i rimedi per circa 1mese e poi annotava i sintomi nuovi che scaturivano dall’assunzione del rimedio stesso.

La fortuna è che sospendendo il o i rimedi, i sintomi regrediscono. Non rimane danno se non quello di non aver risolto i suoi sintomi originari.

Può ricorrere nuovamente al suo medico e spiegare esattamente cosa è successo e rivedere il caso, pregandolo di prescrivere un rimedio solo che temga conto del suo aspetto mentale, generale e fisico.

Con l’augurio di esserle stato utile

cordiali saluti

Dr Francesco Siccardi

Salve, scrivo per una consulenza ginecologica. Ho 38 anni, dopo un periodo di amenorrea di sei mesi, per motivi di fortissimo dolore interiore e sconvolgimento emozionale, risolto alla fine con poche sedute di agopuntura (e con l'utilizzo di...) il ciclo è ripreso in modo regolare; presa dall'euforia e desiderando mantenere la situazione stabile (a livello psico-emotivo e quindi ormonale) ho cominciato a informarmi e ho letto molto riguardo a rimedi come Progesterone D6 , G3 gocce, Follicolinum e Ovarinum. Ma non so se sono adeguati al mio caso. Vorrei 'nutrire' ancora le mie ovaie per sanarle del tutto dallo stress subìto e mantenere stabile e ricca la loro attività, in vista di una gravidanza...spero non troppo futura. Quali rimedi posso utilizzare? Aggiungo che durante l'amenorrea era in me assente (me ne rendevo conto) il desiderio di ovulare perché il trauma del distacco dal mio ex fidanzato aveva fatto crollare ogni stimolo e motivo (identificandolo con il desiderio di maternità) e adesso temo ancora di ricadere in quello stato emotivo, infatti vivo i giorni dell'ovulazione con disagio perché le forti pulsioni vitali del mio organismo non trovano canale espressivo e al tempo stesso ho paura di non riuscire ad ovulare. Non ho raggiunto ancora un equilibrio totale, avverto dei blocchi...e vorrei risolverli fino in fondo. E l'omeopatia ha sempre agito in profondità portandomi a smuovere i residui emozionali.

Grazie, Sara

Gent.ma Sara

con la medicina omeopatica si può tranquillamente curare il suo stato emozionale in maniera profonda e non solo, ma è di grande aiuto per predisporla ad una gravidanza  armoniosa ed equilibrata per procreare un bimbo altrettanto sano ed equilibrato.

Il consiglio come sempre è di affidarsi ad un medico omeopata unicista della sua zona, cioè che prescrive un rimedio solo alla volta per tutto il suo quadro mentale, generale e fisico al fine di riportare equilibrio per tutta “Sara”.

Il fatto di prendere gli ormoni da lei citati non è proprio omeopatia, anche se sono in diluizione omeopatica.

Ci sono diversi rimedi per il suo dispiacere. Ma dipende le modalità reattive con cui lei lo ha vissuto, da qui il consiglio di consultareil medico omeopata che l’accompagnerà per tutta lagravidanza prescrivendole i rimedi omeopatici più opportuni, in base alle sue caratteristiche, come più sopra detto.

Con l’augurio di esserle stato utile

Cordiali saluti

Dr Francesco Siccardi

 

 

 

 

Salve,

sono una ragazza della provincia di Napoli, ho trovato casualmente questo sito e spero tanto possiate aiutarmi in questo mio problema! 

Soffro, da molti anni, di infiammazioni alla ghiandola del Bartolini, forse circa 10 anni. Mi si è sempre infiammata nel corso degli anni, aumentando di volume ogni volta che provassi desiderio nei momenti di intimità, ma senza mai portare dolore, ed è sempre sparita da sè. 

Quest'anno invece, mi sta capitando che la ghiandola si infiamma al punto tale che devo inciderla. Il ginecologo che me l'ha già incisa lo scorso dicembre, mi ha consigliato di effettuare la marsupializzazione, ma nell'attesa di pensarci bene su cosa fare, mi si è poi rigonfiata pochi giorni fà, causandomi abbastanza dolore. 

Mi rivolgo ad un omeopata, perchè, prima di effettuare qualsiasi operazione chirurgica, voglio tentare di risolvere in altri modi. Ho saputo di persone che grazie all'omeopatia hanno migliorato la loro bartolinite.

Attualmente sto assumendo alvand 500 mg e va leggermente meglio, ma volevo gentilmente sapere se potete aiutarmi con una cura omeopatica o darmi dei consigli, sia per il momento in cui la ghiandola dovesse gonfiarsi e creare ascesso, e sia per prevenire le recidive.

Ringrazio anticipatamente per l'eventuale risposta e porgo distinti saluti.

Patrizia

 

Gentile signora Patrizia,

si rivolga senz'altro ad un omeopata (unicista) prima di tentare un intervento. Va subito detto che tutti gli organi hanno una loro funzione e vanno curati con una cura unitaria di tutto l'organismo, piuttosto che eliminati.

Nella pratica medica omeopatica l'indagine è rivolta a tutta la persona e la patologia, nel suo caso la bartolinite, viene considerata come un effetto complessivo di un disagio dell'intero organismo; piuttosto che una patologia isolata dal resto dell'organismo stesso. In questa ottica l'intervento chirurgico non può avere un significato terapeutico ma ha la sua validità solo di fronte ad una ostruzione meccanica urgente che debba essere rimossa per non compromettere altre funzioni!!

Cordialmente,

dott. Carlo Melodia 

Buonasera scrivo, per un consiglio/consulto per la mia ragazza:
due anni fa è stata operata e curata con chemio e radio per tumore mammario sx g3 her2 positivo, a distanza di due anni il seno è a posto ma la malattia si è spostata ai linfonodi mediastinici senza ancora intaccare organi quali polmone, fegato etc.
Dato che dovremmo fare un altra chemio potreste dirmi alcuni rimedi naturali per rendere piu' efficaci le cure?? Esistono anche rimedi omeopatici altrenativi alle cure tradizionali, con quali risultati?? Quanto puo' incidere l'alimentazione strettamente vegan?? Su internet ho letto di ogni e volevo chiedere qualche parere sui succhi di verdure come terapia oncologica. C'è qualcosa di vero??
cordiali saluti

 

Gent.mo Carlo

l’argomento è sicuramente complesso, di non facile approccio. Come sempre si consiglia la visita presso un medico omeopata unicista che potrà prendere in carico la sua ragazza.

Detto questo si possono aggiungere alcune considerazioni e suggerimenti:

-dieta vegana: sul web veda i filmati del Prof Berrino, il quale consiglia una dieta strettamente vegetariana durante i periodi della chemioterapia in quanto si aiuta l’organismo a far funzionare meglio fegato e reni che hanno il compito di detossificare l’organismo, apportando acqua, sali minerali e vitamine. Diversi lavori scientifici sono recentemente stati pubblicati a supporto.

- Per quanto riguarda la medicina omeopatica ci sono senz’altro diversi tipi di approccio:

- una cura costituzionale di fondo dove il medico omeopata unicista prescrive un rimedio per la totalità del quadro morboso della sua ragazza, tenendo in conto l’aspetto mentale, generale e fisico. È una terapia che mira a rafforzare il “terreno” della sua compagna. A questa è possibile aggiungere eventualmente in corso di trattamento

- una cura di supporto alle terapie tradizionali, undrenaggio che potrebbe consistere, fatto salvo diverso parere medico:

—— Detox fee: 2 cucchiai in un litro d’acqua da bere durante il giorno

—— Nux vomica 6ch: 2 granuli  mezz’ora prima dei 3 pasti

—— Microflor 130 (microorganismi probiotici) 1 bustina al giorno in 1 bicchiere d’acqua per aiutare l’intestino a sopportare l’azione del chemioterapico.

 Personalmente le consiglio in ogni caso, piuttosto che provare da soli in casa, di farsi seguire da un medico omeopata.

Affrontare il trattamento omeopatico come unica terapia mi sembra in questo caso non utile; mentre affiancare omeopatia dieta vegana (o anche digiuno) e omeopatia, sempre seguito da un medico invece mi sembra l'approccio ideale. 

Con l’augurio di esserle stato utile

cordiali saluti

Dr Francesco Siccardi