le vostre domande
L'omeopatia è sopratutto rapporto umano: in questa rubrica potrete chiedere a un'esperto consigli e suggerimenti su come affrontare e risolvere i vostri problemi con l'omeopatia.
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- Scritto da c.melodia
Salve, mi chiamo Pamela e ho 32 anni...sono al termine della seconda gravidanza a distanza di quasi 6 anni dalle precedente. Nella precedente durante L allattamento ho sofferto di emorroidi soprattutto all' inizio quando stavo molto seduta con il bimbo. Dopo qualche mese il disturbo è passato ma in questa gravidanza ho iniziato a soffrirne molto di più e già dal secondo trimestre, ho provato vari rimedi ma non ho risolto. Oggi ho acquistato il rimedio aesculus hippocastanum 1dh macerato glicerico e pensavo di provarlo ma non saprei dosaggio ed uso. Premetto che sono alla 37 esima settimana e sono in attesa di partorire. Posso assumere il rimedio ora e dopo il parto durante L allattamento? Da bere diluito nell acqua o posso anche fare applicazioni locali? Diluito o puro?
Grazie infinite
Spettabile signora Pamela,
auguri per la sua gravidanza.
La medicina omeopatica basa la sua conoscenza dell'uomo attraverso una sperimentazione inedita di sostanze infinitesimali su sperimentatori sani che manifestano sintomi indotti artificialmente dal rimedio omeopatico assunto; i sintomi che produce nello sperimentatore rappresentano le proprietà curative del rimedio secondo il principio di similitudine con i sintomi del malato.
Detto ciò, in estrema sintesi, la medicina omeopatica non viene prescritta sulla patologia (nel suo caso emorroidi) ma sulla sintomatologia complessiva che lei avverte nel suo stato particolare.
Le faccio degli esempi:
l'omeopata tiene conto del suo umore, delle cause che hanno favorito la stasi emorroidaria, dei sintomi generali e locali come emorroidi a grappolo, interne, esterne, lateralità dx o sx, sanguinanti o meno, migliorate da lavaggi freddi o caldi, delle sensazioni soggettive come punture, bruciori, prurito, peso.... etc
A questo punto si sceglierà il rimedio "omeopatico" corretto che agirà complessivamente sul suo stato generale in modo unitario in quanto mirato a Pamela, piuttosto che alle sue emorroidi come se fossero una appedice staccata dal suo corpo!!!
Spero di averle chiarito le differenze di impostazione e di approccio della medicina omeopatica rispetto al problema descritto e quindi risulta impossibile, partendo dalla diagnosi relativa alle emorroidi dolenti, stabilire un rimedio rispetto a tanti altri che potrebbero servire al caso!
Cordialmente,
dott. Carlo Melodia
- Scritto da Dr. Vincenzo Rocco
Salve mi chiamo Luigi sono di roma in questo periodo si sente molto parlare di meningite,navigando su internet ho visto che c'è la possibilita di seguire una profilassi omeopatica con il meningococcinum.vorrei provarlo sia per me che per tutta la mia famiglia (ho una figlia di 12 anni).Come va assunto per quanto tempo e in che dosi?grazie
Spettabile,
innanzitutto la ringraziamo per averci interpellato.
In base alla Sua richiesta necessita fare chiarezza e quindi distinguere metodologicamente il paradigma della medicina omeopatica dalla isopatia.
La prima, omeopatia, si basa sulla legge di similitudine tra i sintomi prodotti da sostanze diluite e dinamizzate e preventivamente sperimentate sull'uomo sano ed i sintomi del malato; per cui la sostanza in questione diventa anche mezzo di cura.
Nel caso della isopatia di cui lei parla, non vi è sperimentazione da cui emergono le proprietà delle sostanze in questione. Ma il paradigma si basa su preparazioni contenenti l'agente che produce la patologia che si vuole prevenire. Quindi in assenza di uno sviluppo di sintomi sperimentali è difficile predire le proprietà del rimedio così preparato.
Con la medicina omeopatica, soprattutto in India, sono state fatte prevenzioni di massa a basto costo nelle epidemie di vario tipo usando semplicemente dei rimedi che producevano in sperimentazione sintomi simili a quelli della epidemia in atto; che ad un attento osservatore clinico si manifestano con sintomatologie di gruppo di volta in volta differenti come avviene per l'influenza.
In medicina omeopatica ci sono anche rimedi prodotti con agenti patogeni, come ad esempio tuberculinum, che vengono usati sempre per similitudine in varie situazioni cliniche, e non per la tubercolosi, secondo il principio di similitudine.
Spero, in queste poche righe, di averle dato il senso metodologico che distingue la scienza omeopatica dalla isopatia alla quale Lei si riferisce.
Cordialmente,
dott. Carlo Melodia
- Scritto da Dr. Vincenzo Rocco
Buonasera dottore, vorrei sapere se esiste un preparato in omeopatia che aiuta a ridurre la fame nervosa
grazie
SA
Gentilissima,
sicuramente un approccio omeopatico può giovarle. Non è possibile indicarle un "preparato" senza una opportuna visita medica; corredata se serve da indagini di laboratorio. Infatti il rimedio di cura viene individualizzato dal medico caso per caso dopo una attenta anamnesi storica e attuale.
cordialmente,
Carlo Melodia
- Scritto da Dr. Vincenzo Rocco
Buonasera,
Circa un anno fa mi sono rivolta ad un medico omeopata per una malattia autoimmune (la granulomatosi di wegener). Da allora assumo un rimedio da lui prescritto. Si tratta del Senecio aur 3 LM (3 gocce al dì ). Purtroppo però con questo medico non sono entrata in "sintonia" (presupposto per me indispensabile) al punto che affrontavo le visite con molta ansia. Pertanto ho deciso (comunicandoglielo per correttezza via e-mail) di interrompere gli incontri. Ho chiesto al medico come mi devo comportare con il rimedio (se continuare/interrompere/modificarne l'assunzione). Non ho ricevuto risposta. Può gentilmente darmi un consiglio in merito?
Paola
risponde il dr. Carlo Melodia
Spettabile Signora Paola,
essendo la Sua una malattia abbastanza seria ritengo che Lei si debba soffermare più sui risultati della terapia che sulla simpatia con il medico!
Nella pratica convenzionale la terapia della granulomatosi si basa esclusivamente sulla immuno soppressione attraverso i cortisonici.
Nella pratica della medicina omeopatica, secondo il principio dei simili, si prescrive il rimedio similare a tutta la sintomatologia del malato; la qual cosa è naturalmente più complessa!
Infatti nella stessa patologia, che però si esprime con le modalità caratteristiche di un certo malato, si verifica che quello opportuno non è sempre lo stesso rimedio omeopatico; in quanto il malato di una stessa malattia non è sovrapponibile ad un'altro se considerato nella sua unità, psichica, fisica e relazionale. Questa ultima rappresenta tutta una serie di circostanze che caratterizzano la persona nel proprio ambiente chimico, fisico e psicologico!
Da quanto sopra, si evince che in medicina omeopatica non esiste un protocollo terapeutico obbligato per una certa malattia ma è il medico che valuta di volta in volta la scelta terapeutica applicando la metodologia dei simili; in quanto il rimedio che Lei assume è adatto a Paola nella sua malattia ma non ad altri che risultano portatori della stessa malattia.
Anche le ripetizioni del rimedio omeopatico non sono soggette a protocollo preconfezionato ma si basano sulla osservazione del medico della sintomatologia del malato; per cui il rapporto medico paziente in medicina omeopatica rappresenta la chiave centrale di tutta la metodologia.
Deve solo recuperare il Suo medico se ritiene, sostenuta dai fatti, che la cura che Le ha prescritto stia avendo risultati apprezzabili,
cordialmente,
dott. Carlo Melodia
- Scritto da Francesco Siccardi; MD
Vorrei informazioni sulla possibilità di curare attacchi di panico con l'omeopatia
Lettera firmata
Gent.ma Sig.ra
con l’omeopatia si possono curare gli attacchi di panico utilizzando il rimedio omeopatico più adatto alla persona affetta. A questo scopo è necessaria la visita presso un medico omeopatico unicista al fine di farsi prescrivere il rimedio che tenga conto dell’aspetto mentale, generale e fisico del paziente. Le consiglio di chiedere il nominativo di questo tipo di medico il più vicino a lei al fine di potersi confrontare e farsi seguire in modo costante.
Augurandomi di averle fatto cosa gradita
cordiali saluti
Dr Francesco Siccardi
- Scritto da Francesco Siccardi; MD
Buonasera, sono la madre di un ragazzo di 16 anni con problemi di acne sopratutto sulla schiena, dopo alcune creme, consigliate dal dermatologo, direi che il problema che inizialmente sembrava migliorare è anzi peggiorato. Premetto che mio figlio ha un carattere facilmente irritabile , a volte ansioso, lo stiamo curando da anni per una assimetria alla mandibola che sicuramente influenza il suo stato d'animo, inoltre gli altri e bassi a scuola dovuti alla mancanza di costanza dello studio non aiutano a migliorare la situazione. L'alimentazione è abbastanza varia e gli evito cibi fritti e grassi.Vorrei un consiglio per curare l'acne con l'omeopatia, ho letto di Pulsatilla e Nux Vomica, cosa ne pensa?Esistono anche prodotti da mettere sulle parti da trattare?In attesa di una Sua risposta ,ringrazio e porgo cordiali saluti
Lettera firmata
Gent.ma Sig.ra
l’acne, come tutti i problemi di pelle, è la rappresentazione e l’esteriorizzazione di ciò che sta all’interno del nostro corpo.
Come prima opinione eviterei di mettere pomate medicali sulla cute (cortisoniche, antibiotiche, ecc..) in quanto non fanno altro che, seppur dopo qualche minimo miglioramenti, peggiorare l’interno del nostro corpo. Infatti la pelle è uno dei nostri organi emuntori più importanti con intestino, reni e polmoni, cioè servono ad esteriorizzare tossine e rifiuti metabolici prodotti in eccesso o in modo errato dal nostro organismo.
Secondariamente con la medicina omeopatica si può fare molto, in quanto è una medicina che agisce ripulendo l’interno e di conseguenza si migliora in modo naturale, e non sopprimendo dall’esterno, la pelle che, in definitiva, è il nostro ultime confine con l’esterno. L’ideale è che però si rivolga ad un medico omeopatico unicità della sua zona (o dintorni) al fine di far prescrivere per suo figlio il rimedio omeopatico più opportuno per migliorare il quadro morboso di suo figlio. le dico di rivolgersi ad un medico in quanto ci vuole un’anamnesi approfondita , al contrario della medicina tradizionale, non esiste un prodotto per la pelle e uno per lo stomaco e uno per treni, eccc…. ma esiste un rimedio che tenga in conto del quadro morboso di suo figlio, dall’aspetto mentale all’aspetto generale e poi di quello fisico con la sintomatologia cutanea che lei riporta.
L’alimentazione è nuovamente di rilevanza in quanto dovrebbe ridurre più possibile farine e latticini preferendo frutta, verdura e pesce.
Da ultimo come trattamento cutaneo lenitivo ma non sopprimente può fare capo alla linea INLIGHT della Cemon, una linea di prodotti a base di oleoliti, senza conservanti con estratti naturali che contribuiscono a lenire l’aspetto infiammatorio della pelle.
Con l’augurio di esserle stato utile
cordiali saluti
Dr Francesco Siccardi
- Scritto da Rossella Scudieri, CTF
Dire semplicemente: “soffro di emicrania”, non da alcuna indicazione al medico omeopata circa il rimedio adatto a curare il paziente. Per inquadrare in modo corretto il paziente e il suo rimedio analogo, sarà necessario dare una IDENTITA’ a questa emicrania.Prima di tutto bisogna specificare se è un fastidio ricorrente; se si presenta in determinati orari durante la giornata e se ritorna con cadenza periodica o in concomitanza a qualche avvenimento. Va specificato il punto in cui compare. Se il dolore resta confinato in un punto preciso o si dirama in altre zone e se presenta una lateralità (lato destro o sinistro del corpo). Molto importante è specificare il tipo di dolore avvertito. Si tratta di un sintomo puramente soggettivo: il paziente deve provare a descriverlo usando un linguaggio semplice ed esplicativo. Questo dolore potrà essere bruciante, puntorio, intermittente, avvertito come un chiodo nella testa o una morsa che stringe la testa.
Anche lo stato mentale associato al malessere fisico fornisce un’indicazione importante ai fini della visita omeopatica. Avere un forte mal di testa ma riuscire a essere cordiale con tutti e a svolgere tranquillamente il proprio lavoro rappresenterà, ad esempio, un sintomo peculiare e particolare che fugherà ogni dubbio nel medico circa la scelta del rimedio.
Descrivere un sintomo richiede una grande attenzione e precisione. La prima difficoltà sta proprio nel porre attenzione su di sé, avere uno sguardo attento alla propria persona e a ciò che si avverte, sia a livello fisico che mentale. Spesso alcuni sintomi sfuggono perché non siamo abituati a “guardarci”, perché capita di essere distratti dal lavoro o da altre situazioni, perché fanno talmente parte ormai della nostra routine da considerarli “normali”.
Questo modo di esprimere i propri disturbi è stato codificato molto precisamente dallo scopritore della medicina Omeopatica Samuele Hahnemann, nel paragrafo 133 del suo Organon dell’arte del guarire. Descrivere un sintomo è un esercizio importante per gli addetti ai lavori, medici e farmacisti che eseguono le sperimentazioni su se stessi sani. Le materie mediche omeopatiche, infatti, descrivono i sintomi prodotti dalle sostanze su soggetti sani, esattamente nello stesso modo in cui il medico fa per evidenziare le caratteristiche dei sintomi nel paziente malato secondo la legge omeopatica della similitudine “similia similibus curentur”.
Pertanto avere una buona conoscenza di sé e saper riconoscere e descrivere le proprie modalità di ammalarsi, faciliterà il compito del medico o del farmacista nella individualizzazione del rimedio simillimum e consentirà al paziente di conoscersi meglio, riuscendo col tempo a distinguere tra sintomi propri tipici e sintomi nuovi di malattia. Il lavoro di auto osservazione è un vero e proprio esercizio che migliora quanto più ci si addentra in esso; nel mio caso rappresenta ogni volta una esperienza unica e molto costruttiva, per conoscermi e per affinare i sensi, sia quando da paziente mi rivolgo al medico, sia quando devo riconoscere i sintomi nel paziente acuto che viene in farmacia chiedendo consiglio.
- Scritto da Francesco Siccardi; MD
Buongiorno,
Sono una donna di 41 anni che prende da qualche mese la pillola, per motivi concezionali. Sono consapevole del fatto che sarebbe meglio evitarla, però non posso fare altrimenti. Un mese e mezzo prima di assumere la pillola avevo iniziato a prendere Sepia 30 ch (2 granuli ogni 4 ore) su suggerimento del mio omeopata per un problema di astenia, "afflosciamento" dei tratti del viso, del seno. E devo dire che avevo visto un leggero miglioramento, ma poi in seguito all'assunzione della pillola, avevo interrotto la cura perché avevo paura che fosse controindicata (non ho la possibilità di ritornare dall'omeopata). La mia domanda é questa: è possibile assumere Sepia 30 ch anche in concomitanza della pillola ?
Grazie in anticipo per la risposta
Cordiali saluti
lettera firmata
Gent.ma Sig.ra,
la pillola anticoncezionale non è un buon “servizio” che regala al suo organismo. Anche perché, andando a vedere sul sito: www.disinformazione.it, troverà un articolo proprio sulla pillola yaz, Yasmine e Yasminelle in merito alle questioni legali che la Bayer ha dovuto sostenere in America per danni tromboembolici. E in Italia viene prescritta!! Anche perché esistono altri metodi anticoncezionali molto meno dannosi, soprattutto per la donna.
Per quanto riguarda la somministrazione contemporanea di pillola e rimedio Sepia, l’ideale….sarebbe sospendere il farmaco tradizionale. Però a quanto sembra, non può farne a meno (anche se, ripeto, io ci penserei bene) quindi se Sepia risulta essere il rimedio più indicato dal suo quadro generale, la prenda. L’importante è non assumerla contemporaneamente al farmaco. Faccia passare alcune ore tra un'assunzione e l'altra.
Ma soprattutto si faccia visitare da un medico omeopata che le proponga un trattamento integrale.
Sperando di esserle stato utile
cordiali saluti
Dr Francesco Siccardi