Buongiorno, sono un uomo di ho 34 anni, scrivo perchè agli inizi di febbraio 2013 l'accumulo di stress lavorativo ed avidentemente personale che i portavo dietro da tempo si è manifestato esplodendo in una paio di episodi di panico ed poi divenato un un disagio costante.

Sono sempre stato una persona molto dedita  a dare agli altri, anche oltre misura, andando anche a negare a me stesso le scelte che avrei ritenuto più giuste pur di sentirmi accettato. A livello psichico è emerso un senso di solitudine mai provato prima, la testa costantemente affollata di pensieri e paure assurde come quella di star impazzendo, di essere sotto giudizio. Mi sono sentito svuotato di ogni stimolo, come chiuso in me stesso, inaridito, non più in grado di dare. Autostima bassa ed ho sentito lontani gli afffetti, in particolare i miei due figli e mia moglie. A livello fisico i sintomi prevalenti che ho avuto sono stati freddo, bocca dello stomaco come schiacciata, stretta e respiro divenuto cortissimo, chiuso, oltre d un senso di debolezza generale. In 2 mesi ho perso 11kg e l'insonnia è stato l'altro problema: con la testa sempre attiva in costante esplorazione, alla ricerca di un perchè, preda della paure, mi addormentavo presto per risvegliarmi senza alcuna soluzione intorno alle 2-3 del mattino.

Piuttosto che rivolgermi alla medicina tradizionale ho preferito rivolgermi ad un omeopata unicista.

Sono rimasto sorpreso dalla prima visita che è stato un colloquio di quasi due ore in cui sono venuti fuori molti aspetti del mio passato clinico e personale: asma da piccolo, molte vaccinazioni per lavoro, tonsillite recidivante con uso di antibiotici ed immunomodulanti e tonsillectomia 2 anni fa, rapporto coi genitori, gusti personali, abitudini alimentari, preferenze, rapporto con moglie e figli, sogni etc...

Lo storico delle prescrizioni avute in seguito alle ulteriori visite fatte è il seguente:

1. Calcarea Carb 200CH 1/2 tubo dose

2. A 30gg da prima prescrizione: Calcarea Carb 200CH 1/2 tubo dose

In questa fase l'insonnia era ancora davvero dura da gestire quindi dopo consulto col medico

2.1 Ignatia Amara 30CH 3 grani per una sera e la mattina successiva

2.2 Causa il persistere del fastidio ho ripetuto Ignatia con stessa modalitá sempre dopo consulto

3. A circa 50gg da seconda prescr.:  Ignatia Amara 30CH 3 grani per 3 mattine a giorni alterni, dopo 7gg Calcarea XMK 1/2 tubo dose.

4. A circa 50gg da terza prescrizione (25 maggio): Calcarea Carb XMK 1/2 tubo dose disciolto in un dito d'acqua ed agitato con un bastoncino di legno

Dopo la prima non ho sentito reali benefici, anzi le cose parevano non avere soluzione. Ho inziato a dubitare prima che calcarea fosse il rimedio giusto.

Mi sono letteralmente attaccato ad internet alla ricerca di fiducia.

Con la seconda si è invece innescato un primo miglioramento, avvertibile sia a livello fisico che mentale, malgrado sia seguita quasi subito una fase di flesso.

Con la terza dose devo dire che Ignatia mi ha tirato fuori sintomi mai sperimentati quali nervosismo, tremori, irrequitezza, ma il medico disse che sarebbero passati e così è stato.

Dopo l'assunzione di calcarea ed un inziale aggravamento decisamente avvertibile ho avuto un miglioramento molto più deciso: è tornato l'appetito, il sonno è molto più stabile, è tornata

una certa voglia di fare, di ridere, la fiducia. In definitiva ad oggi va decisamente meglio ma non mi sento ancora bene dal punto di vista psichico ed anche i sintomi fisici ricompaiono, comunque più attenuati, a fasi alterne. E' una sorta di altalena tra una dose e l'altra che va in miglioramento, ma a tratti è come se ci fosse una regressione all'indietro.

Le domande che vorrei porre sono:

. Le prescrizioni fatte rispettano criteri corretti? Perchè assumere solo 1/2 tubo dose anzichè uno intero?

. Ignatia Amara nella 3 prescrizione a cosa è servita?

. L'evoluzione dei sintomi che sto avendo è indice di un corretto processo di guarigione?


Caro amico,

in buona sostanza direi che il collega ha riscontrato in lei le caratteristiche del rimedio Calcarea Carbonica che le sta dando in dosi crescenti (sempre più diluite). Le prassi relative alla somministrazioni del rimedio possono essere differenti. Nella nostra scuola ad esempio si tende a fornire il rimedio diluito e dinamizzato ripetutamente nel tentativo di sostenere con continuità la stimolazione da esso fornita. Ma ogni situazione è a sè stante così pure la somministrazione di Ignatia a cui lei faceva riferimento potrebbe essere stata  decisa per limitare i sintomi più fastidiosi.

In ogni caso mi sembra che l'evoluzione dei sintomi sia abbastanza favorevole nel suo complesso. Non dimentichi tuttavia che l'ansia è un fenomeno "universale" e cioè comune a tutti gli esseri umani, che insorge quale retaggio di una paura antica per segnalarci pericoli reali od immaginari che minacciano la nostra esistenza. Si interroghi dunque sul momento di vita in cui è emersa questa situazione ansiosa: forse deve cambiare qualcosa nella sua esistenza ed i cambiamenti molto spesso si profilano con una situazione di panico, rispetto al quale è opportuno fare proprio come ha fatto lei, aprirsi alle cose nuove ed impostare un nuovo modo di prendersi cura di sè stessi