Cosa può accadere nella mente di un medico quando incontra l’Omeopatia?...

Ho visto le reazioni più diverse all’impatto con questa scienza (perché di scienza si tratta!).

Mi piace raccontare la mia storia perché per me questo incontro è stato un salto evolutivo importante.

Tutto è cominciato nel 2004. Ero specialista in Anestesia e Rianimazione da qualche mese e già lavoravo in ospedale pubblico. Pochi mesi che mi sono bastati non per rinnegare gli studi fatti ma l’incapacità della Medicina Allopatica di capire l’UOMO. Di dare risposte complete alla sofferenza umana, di capire da dove parte, come nasce e dove conduce la “malattia”. Ma soprattutto cos’è la malattia e cos’è la salute.

Ho cercato una strada che desse un senso ed una chiave di lettura valida alla sofferenza umana e “casualmente” mi sono imbattuta nella LUIMO!

Ho cominciato a seguire le lezioni affascinata da questo modo di estrarre dalla Natura il potere di curare e guarire. La crisi di Hahnemann, le sue intuizioni, il suo coraggio…  Il grande genio di questo uomo che ha consegnato al mondo uno strumento di cura e guarigione potentissimo…

Non sono mai stata una credulona. Il fascino che l’Omeopatia ha esercitato su di me ho dovuto metterlo alla prova e l’ha egregiamente superata. Ho visto curare e guarire disturbi che, per un allopata, sono obiettivamente inguaribili, al massimo controllabili con i farmaci.

A questo punto ho voluto capire di più. Quello che mi ha permesso di farlo è stato il decidere di “resettare” (mi si passi il termine…) tutte le precedenti acquisizioni in termini di salute e malattia, causa ed effetto, cura, guarigione, ecc…

Non c’è altro modo per capire lo spirito dell’Omeopatia! Fare spazio al nuovo. Lasciare che la mente si apra a possibilità inimmaginabili per chi rimane legato ai canoni della Medicina della Chimica, della Farmacologia.  E per fortuna abbiamo tutto per poterlo fare.

Il nostro Maestro ha consegnato ai posteri (e, come lui, gli altri grandi dell’Omeopatia) scritti che non lasciano nulla al caso. Tutto frutto di osservazioni che hanno portato alla formulazione di ipotesi comprovate da studi approfonditi. Puro metodo galileiano. Per chi aspira ad essere un bravo omeopata c’è tutto a disposizione per poterlo essere. Nulla di esoterico, nulla di criptico, nessun linguaggio ostico. È solo questione di apertura mentale. A volte il linguaggio dei testi può sembrare un po’ “antico” ma questo permette oggi di poter studiare testi di 200 anni fa e capirli, parlare con colleghi di tutto il mondo e capirsi. Ad un omeopata classico non viene voglia, ad esempio, di trovare un termine diverso da sostituire a “miasma”. Non serve. Genererebbe solo confusione. Ma il fatto che l’Omeopatia usi una terminologia apparentemente obsoleta non le toglie valore. Con il passare del tempo i termini per descrivere la malattia sono rimasti gli stessi ma l’Omeopatia si è evoluta enormemente adattandosi ai tempi e alle esigenze delle creature come sono oggi (uomini e animali). E nulla è mai diventato obsoleto: non un concetto, non un rimedio. Nulla! Questo dovrebbe far riflettere molto soprattutto in un mondo in cui in pochi mesi un farmaco, una procedura, un’indagine vengono soppiantati da qualcosa di nuovo e dimenticati.

Quando si ha a che fare con l’adattarsi alle leggi della Natura non si può sbagliare. Le leggi sono leggi. E non cambiano. Questa è una grande fonte di certezza e sicurezza per il medico e per i pazienti.

E’ stata la consapevolezza di tutto questo che mi ha fatta sentire sempre più scomoda nel mio camice da medico allopata e sempre più proiettata verso l’Omeopatia.

Per ben 12 anni mi sono dedicata ad entrambe le discipline con enorme frustrazione non sentendomi mai completa ed appagata. Più cresceva la conoscenza dell’Omeopatia e più vedevo passarmi sotto gli occhi persone che avrebbero potuto essere curate in maniera diversa ed essere anche guarite. L’Allopatia è una lotta perenne nel tentativo di spegnere i segnali che il paziente invia per essere curato. I sintomi, che dovrebbero essere la guida per comprendere cosa c’è da curare e come, vengono spenti sul nascere. Tutto viene messo a tacere e la malattia si approfondisce sempre di più rendendo i pazienti incurabili. Il mio non è un giudizio. E’ la stessa constatazione di Hahnemann oltre 200 anni fa.

E allora dovevo scegliere e l’ho fatto. Oggi mi dedico solo all’Omeopatia. Lavoro in Svizzera in una clinica omeopatica dove si applica solo l’Omeopatia Classica, Unicista. Ma la mia storia comincia a Napoli, alla LUIMO dove un giorno, incontrando lo sguardo e la determinazione della dottoressa Rodriguez e l’entusiamo di tutti i suoi collaboratori, ho deciso che questa sarebbe stata la mia strada. L’ho sentito con “la pancia” ma ho messo il tutto alla prova con il cervello. Ed oggi pancia e cervello si sono incontrati nel cuore dove risiede la mia passione per la vera Medicina, quella che desideravo applicare da quando avevo 5 anni. Oggi sento di fare quello che desideravo. Ma ci è voluto coraggio. Il coraggio di mettere da parte le vecchie convinzioni per cercare di “capire”. Certo, mi dicevo, avrei potuto riprenderle in qualunque momento. Non l’ho più fatto. Non mi sarebbero più servite. Sono tutte lì. Patrimonio culturale. Ma per essere quello che volevo essere avevo bisogno di altro e l’ho trovato.

Auguro a chiunque si avvicini a questa disciplina il desiderio di capire con mente aperta, il coraggio di mettere da parte le proprie convinzioni, il rispetto per ciò che ancora non si conosce ma soprattutto la capacità e l’umiltà di mettersi (o rimettersi) in gioco. Se si sceglie l’Omeopatia non la si può praticare a metà. O dentro o fuori. L’Omeopatia vera è solo una!

E un grazie di cuore e con il cuore alla “mia” scuola e alla amatissima dottoressa Rodriguez che mi ha traghettata in questo mondo meraviglioso con il rispetto della vera Omeopatia, con il rigore per gli insegnamenti dei Maestri. Le parole non possono bastare per esprimere questa gratitudine. Ogni giorno ringrazio Dio per avermi fatto conoscere questa realtà e mando a voi benedizioni affinché il vostro lavoro possa continuare per sempre. Ad maiora!

Antonietta Iasiello