1.    Caro Carlo, sembra che soltanto adesso inizi in maniera massiccia l’influenza stagionale. Certo il tempo inusuale sembra aver ritardato l’arrivo dell’influenza

Per quanto riguarda il clima meteorologico non mi sembra che esso sia stato molto clemente in quanto in questo inverno 2012 si sono alternate perturbazioni Atlantiche con vento, umido e pioggia, perturbazioni nord occidentali con venti da maestrale pioggia e neve ed infine il tempo freddo e secco con tramontana e con temperature ad una cifra, che risultano inusuali per le popolazioni rivierasche, in particolare del Tirreno; in questo momento è in arrivo neve e gelo siberiano. Quindi il nostro organismo è già stato sottoposto a stimoli fisici (meteorologici) notevoli che, usando un termine comune, lo hanno stressato (vedi anche il periodo natalizio e stress alimentari). Noi omeopati, curiamo il malato attraverso il recupero del terreno predisponente, piuttosto che considerare i virus influenzali, la cui azione sull’organismo sappiamo essere secondaria; infatti essa è facilitata solo dalla recettività allo stesso all’agente biologico esterno quando cioè l’organismo abbassa le sue difese perdendo la propria autonomia di reazione. Ovvero è conseguenza di uno stress climatico o di altra natura come quelli alimentari, fisici e psicologici. Quando ci si ammala di malattia influenzale noi parliamo di sintomatologia acuta peculiare o di forma influenzale peculiare piuttosto che di malattia influenzale; indicando così che ogni malato, anche della stessa malattia come l’influenza, mostra sintomi caratteristici che assumono una fisionomia unica di sofferenza! Naturalmente gli agenti biologici, virus e batteri, approfittano del terreno biologico suscettibile e poco reattivo per svilupparsi ed attivare la sintomatologia. Ciò che dico, rispetto alla recettività, è molto evidente se si pone attenzione al fatto che subito prima il manifestarsi dei sintomi dell’influenza in quella persona cambiano i sintomi mentali, l’umore, l’irritabilità, la concentrazione diminuisce; cambiano anche i sintomi generali, emerge la stanchezza, la sonnolenza, aumenta la sensibilità al freddo; cambiano i sintomi fisici come quelli della digestione, dell’evacuazione ed altro; tutto ciò in assenza ancora della sintomatologia classica dell’influenza!    

2.Che sintomi appaiono nei tuoi pazienti, ci sono sintomi comuni di genio epidemico? Come e se possono essere associati?
Seguimi e vediamo il tutto in una visione di tipo Ippocratico ed indaghiamo dal generale al particolare. Per prima cosa come arriviamo alla diagnosi di influenza(?): ci arriviamo quando siamo di fronte ad un quadro di sintomi che sono patognomonici ovvero che sono comuni a tutti i malati di influenza come: la spossatezza, i dolori artralgici, l’ipertermia, l’impegno dell’apparato respiratorio; oppure l’impegno dell’apparato digerente o la concomitanza di questi sintomi. Tutto ciò risulta presente in tutti i malati di influenza; la prescrizione convenzionale, almeno nelle prime fasi, opera farmacologicamente sulla sintomatologia algica e sulla febbre. La Medicina Omeopatica agendo sul terreno biologico, secondo il principio di similitudine, è costretta ad indagare oltre la malattia e trovare la fisionomia peculiare del malato nella sua forma di influenza per somministrare il rimedio analogico. Questa indagine di tipo Ippocratico ci farà scoprire modalità differenti dell’inizio della febbre, del tipo di febbre, del freddo,del caldo, dell’umore, del sudore, delle nausee, delle reazioni di abbattimento o di agitazione, delle necessità di movimento o di immobilità, delle localizzazioni, delle necessità alimentari e così via. In generale quest’anno mi sono trovato di fronte ad una sintomatologia respiratoria ed ad una di tipo gastro enterico; in dipendenza dello stato ambientale nel quale consideriamo anche il periodo natalizio e gli stress alimentari. Ultimamente con i venti da nord ci sono stati casi di manifestazioni respiratorie acute con febbre e spesso afonia ed otalgia, faringodinia, tosse; sintomi riscontrati soprattutto negli sciatori domenicali che partono da Napoli e subiscono sbalzi di temperatura sulla neve. Naturalmente questi sintomi descritti in generale non ci indicano di per sé un rimedio omeopatico ma vanno approfonditi con una indagine relativa sia alle sensazioni soggettive del malato sia alle modalità dei sintomi rilevati dal medico. Per completare la risposta alla tua domanda centrata sul genio epidemico dell’influenza, ovvero sulla caratterizzazione di questa in analogia con un certo rimedio omeopatico, ti posso dire che rispetto agli anni precedenti a farla da padrone sono state finora le situazioni parainfluenzali e quindi i sintomi sono stati  caratterizzati da molta variabilità di presentazione; in analogia alle perturbazioni climatiche che sono arrivate da più quadranti. Mentre nelle epidemie vere del passato eravamo in grado di osservare un “genio epidemico” dell’influenza come se si sperimentasse il virus su più persone, e come avviene nella sperimentazione omeopatica sull’uomo sano, in queste epidemie emergono sintomi individuali ma coerenti o congruenti in più malati trattandosi di uno stesso agente infettante; come avviene nella sperimentazione di uno stesso rimedio su più soggetti! Ad esempio: inizio folgorante della sintomatologia seguita da abbattimento e sudorazione, oppure dolori acuti articolari che impediscono il movimento ed il paziente è costretto all’immobilità assoluta , oppure tosse incessante come provocata da una piuma alla gola che fa tossire giorno e notte e lascia spossato il malato, oppure rinorrea continua di colore giallo fluente accompagnata da espettorazione dello stesso colore e freddo intenso con brividi che non migliorano con il caldo  ......e così via! Naturalmente dalla banca dati della sperimentazione omeopatica è sempre possibile trovare il rimedio analogico ad un certo tipo di “genio epidemico” influenzale una volta che il virus passa su più soggetti.        

3. Ci sono state differenze con l’influenza dello scorso anno, e se ci sono quali?
Naturalmente si! Per lo meno sino ad ora. Le patologie invernali dello scorso anno erano più profonde e colpivano l’apparato respiratorio a livello bronchiale e quindi sono state più invasive rispetto a quelle di quest’anno alla data odierna. Ma speriamo bene anche per il prossimo futuro in quanto oltre alla sollecitazione propria della stagione va osservato nell’attualità un crescente disagio sociale nazionale, in termini di cambiamento di normative ed altro, che porta ad ingenerare di conseguenza nel cittadino una perdita delle sicurezze programmatiche individuali e tutto ciò crea ansietà verso il futuro e perdita della progettualità; di conseguenza tutto ciò indebolisce l’organismo come ci ricordano le epidemie virulente dei momenti socialmente difficili in cui le persone di una certa comunità reagiscono e si ammalano come un unico individuo!   

4.Quali rimedi a tuo avviso sono utili o lo sono stati per ristabilire lo stato di salute?
I principali rimedi che ho selezionato ultimamente sono stati Aconitum, Ferrum phosphoricum, Belladonna, Bryonia, Causticum, Nux vomica, Colocynthis; ed altri, ma con minore frequenza, come  Eupatorium, Rhus. t., Antimonium c. e t., Hepar s., Ars.a. etc.. Ti faccio notare che si tratta di un numero elevato di rimedi rispetto ad una epidemia caratterizzata da un “genio epidemico” ben definito che richiede di solito al massimo cinque rimedi che sono spesso complementari ovvero che si caratterizzano per avere manifestazioni su uno stesso piano ma con espressioni differenti.

5. C’è una relazione particolare tra lo stato cronico e l’acuto nei tuoi pazienti?
Questo aspetto è incontrovertibile. La prima osservazione è che i pazienti in cura cronica non si ammalano facilmente o se lo fanno recuperano autonomamente e spesso senza cambiare il rimedio che assumono per assumerne uno acuto. Inoltre a secondo dell’aspetto costituzionale vediamo nella malattia l’espressione di un piano di debolezza specifico della persona. Per cui osserviamo che alcuni pazienti ammalandosi, pur per la stessa causa e della stessa malattia, richiederanno nella loro espressione sintomatologica peculiare l’Aconitum, altri la Belladonna, altri la Bryonia e così via; ovvero rimedi specifici dell’influenza ma che sono caratterizzati da una sintomatologia che si esprime in modo singolare. Tutto ciò significa anche che di fronte ad una certa epidemia le persone suscettibili ad ammalarsi saranno quelle più sensibili  o predisposti a manifestare certi sintomi in analogia con il genio epidemico dell’influenza in corso. Ecco perché per tanti anni non ci si ammala di influenza poi un anno ci si ammala con una sintomatologia che comunque riconosciamo far parte del nostro modo di ammalarsi.  

6. E cosa dobbiamo fare noi che per il momento non ci tocca l’influenza? Quali regole di igiene e di alimentazione consiglieresti per evitarla?
Con tutte le informazioni proprie del mondo mediatico in cui viviamo, i cittadini in generale sono consapevoli che piuttosto che proteggersi dall’esterno la prima prevenzione si ottiene attraverso il potenziale biologico del proprio organismo che va tenuto efficiente. Naturalmente il consiglio centrale del medico omeopatico è quello di sottoporsi ad una cura costituzionale o del terreno biologico. Segue come prevenzione igienica (a vita) una alimentazione corretta, completa dei principi alimentari, parca in termini energetici, qualitativamente igienica, soprattutto variata, e sostanzialmente povera di grassi, di sale, di sostanze nervine ed alcolici; necessita mantenere l’organismo sempre idratato. Inoltre è fondamentale seguire una alimentazione distribuita su più pasti, assumendo frutta negli intervalli pranzo-cena, e una alimentazione poco energetica alla sera. E’ necessario uscire di casa tutti i giorni, nello stato di salute, anche se il tempo è cattivo, e mantenere l’organismo allenato al movimento soprattutto deambulatorio o praticare uno sport agevole individualmente. Usare indumenti per lo stretto necessario e mai coprirsi in modo eccessivo; quando possibile si prenda un bagno d’aria esponendo il corpo anche d’inverno nelle giornate senza vento e se lo si desidera. Si dorma quanto basta, ne più ne meno, ricordando che le ore notturne sono quelle maggiormente riparatrici; le veglie, anche se per divertimento, rappresentano un grosso danno energetico per l’intero sistema. Queste prime indicazioni possono essere seguite facilmente. Mentre è più difficile, anche se importante, evitare contrasti, litigi, mantenendo un comportamento rispettoso verso gli altri ed evitando comportamenti che possano giustificare reazioni irriguardose di altri verso la propria persona che lasciano di solito in uno stato di irritabilità o di prostrazione. Infine, come già accennato, l’uomo è una realtà non solo psico fisica ma anche e soprattutto relazionale e quindi il benessere individuale è influenzato da quello della comunità nella quale egli vive e con la quale si relaziona!

7. Andiamo ad una attualità più drammatica. In questi giorni, tra il tragico evento del naufragio della Costa crociere ed il terremoto nell'Emilia, ci sono state situazioni molto forti di stress e di spavento. Cosa consigli, che rimedi potrebbero essere più appropriati, in relazione ai sintomi  che esprimono questi stati? Come affrontare l'urgenza?
Per fortuna in Medicina Omeopatica abbiamo dei rimedi eccezionali che prevengono o curano stati di paura e spavento; tra l’altro alcuni di questi rimedi per la loro efficacia furono usati in battaglia per la prima volta dagli austroungarici che avevano al seguito delle loro truppe ufficiali medici omeopatici. Anche in questo caso ogni rimedio si caratterizza in modo peculiare. I rimedi cardine per le malattie che seguono a spavento e per prevenirlo sono:
Aconitum: si usa nello spavento e per prevenire la soppressione nelle mestruazioni o l’aborto in seguito a spavento. Vertigini dopo spavento. Congestioni di parti del corpo dopo spavento. Il paziente ha ansietà con paura fino al panico. Le palpitazioni sono così forti che il paziente ode il suo cuore battere ed ha paura di morire da un momento all’altro ed è talmente agitato che sembra non trovare pace e si muove in continuazione da un posto ad un altro.
Gelsemium: per prevenire e curare gli effetti dello spavento. La sintomatologia è caratterizzata da tremori, spasmi, lo spavento paralizza la persona e provoca difficoltà a deglutire o a parlare e vi sono contrazioni muscolari, congestione della testa, diuresi abbondante fino a perdita incontrollata delle urine. Diarrea alle volte senza controllo dello sfintere anale.
      Ignatia: persone sensibili, soprattutto donne, contraddittorie, di carattere variabile, predisposte a        spaventarsi per tutto; malattie, persone, cose. Lo spavento crea uno spasmo della glottide (globo isterico) che porta al singhiozzo e spesso allo svenimento. Frequenti spasmi e incoordinazione degli arti. Spasmi dei bambini dopo spavento. Tetano dopo spavento.  
Opium: lo spavento è seguito da calori alla testa e convulsioni. Dopo spavento, che perdura, si presentano paralisi parziali o complete con stato di insensibilità e torpore. Paralisi dello sfintere anale con feci involontarie.  Spasmi dei bambini dopo spavento della madre durante l’allattamento.
Pulsatilla: spavento in persona sensibile, mutevole, in cerca di approvazione e consolazione, dopo lo spavento la paziente piange in modo sommesso e non vuole essere lasciata da sola migliorando per la compagnia e le dimostrazioni di affetto.