Il prof. Antonio Negro, scomparso a 102 anni giovedì 25 marzo scorso, ha segnato la vita della Medicina Omeopatica in Italia e nel mondo. E' andato via serenamente,e noi ne siamo tristemente "contenti". Molti parleranno della sua personalità e della sua profonda umanità.

Qui noi vogliamo soltanto ricordarlo per quello che era: un uomo pieno di Fede ed un appassionato della Medicina Omeopatica. Per tale motivo pubblichiamo due suoi brevi discorsi tenuti alla LUIMO.  Il primo, di presentazione dei principi della Medicina Omeopatica, ci fa comprendere come Fede ed Omeopatia fossero in lui profondamente intrecciati, ed il secondo di commento ai sintomi della psora, dove si evidenzia la sua grandezza e profondità di clinico. Grazie Professore, per l'onore di averla conosciuta, frequentata, imparato ed amata.

I testi sono la trascrizione fedele della lingua parlata, per tale motivo a volte la costruzione sembra artificiosa. Quando si è reso necessario abbiamo integrato il discorso con un testo in parentesi.
 
I PRINCIPI DELLA MEDICINA OMEOPATICA
Prof. Antonio Negro

Prima di iniziare la mia conversazione, rivolgo un ringraziamento particolare a Don Gianni, medico omeopatico che Dio ha mandato fra di noi per rinsaldare, anche spiritualmente, l'immenso valore della medicina omeopatica.
Vi sarà data la conoscenza nell'esperienza della dottrina hahnemanniana.  Conoscenza ed esperienza omeopatica di molti anni a contatto con il malato, dopo lunghi anni di esperienza nella clinica universitaria diretta dal mio maestro Nicola Pende, dove appresi il correlazionismo vitalistico diagnostico della persona umana.
Caro Don Gianni, ti ringrazio moltissimo perché la tua presenza mi porta a ricordare la prefazione dell'Organon di Hahnemann del 1810 quando ancora non era cattolico, ma sempre ricchissimo di spirito religioso.
Scrisse questi pensieri: "Il medico libero da pregiudizi, compreso il significato della nobile arte del guarire, alla fine della sua giornata ringrazia il Creatore perché seppe cooperare a migliorare l'uomo in tutta la sua esistenza e pertanto riceve la benedizione tre volte da Dio, per aver compiuto il suo dovere".
Questo è il concetto con il quale Hahnemann illumina il problema della vocazione del medico.  Tu, pieno di esperienza medica, ma segnato indelebilmente dallo spirito sacerdotale, dai al nostro corso una impronta particolare di verità e di ricerca della verità di cui noi tutti ti diciamo grazie.
Che cosa è la medicina omeopatica oggi?  Con profonda tristezza l'insuperabile dottrina di Samuele Hahnemann oggi si presenta come un concerto confuso di idee omeopatiche allopatizzate.  E' un miscuglio dove non è più possibile riconoscere i principi-guida, per cui della serenità scientifica omeopatica nulla si può discernere.
Nel suo libro di malattie croniche, Hahnemann, che studiamo in una traduzione la più perfetta, tradotta ad litteram, dopo aver illuminato questo problema, e risolto, continua nella studiata esperienza di una lunga casistica di malattie croniche il suo attento lavoro per valutare l'essenzialità eziopatogenetica del processo morboso.  Dopo averlo distinto in una trilogia diatesica patologica, presenta la vera metodologia clinica e terapeutica per non soltanto guarire il processo patologico comune, ma per guarirlo nella sua totalità.
Per questo non è accettabile il compromesso della Omeopatia confusa con i temi allopatici.  L'Omeopatia, o è hahnemanniana o non è Omeopatia.  Questo fatto lo si può dimostrare con l'esistenza della realtà clinica e terapeutica.
Il mercantilismo omeopatico non può nulla insegnare al vero omeopata hahnemanniano che, in primis, desidera la limpidezza della dottrina come garanzia per comprendere e vedere in profondità tutto l'uomo nella sua singolare personalità.
Mi permetto di leggere e commentare brevemente queste tre parti delle malattie croniche.
Accennerò, senza commentare, al Prof. Silvio Garattini, che nulla ha compreso della Omeopatia, perciò non può insultarla.  Un onesto scienziato direbbe: "non so spiegarmi il fatto", ed io tenterò di spiegarglielo, ed è giusto questo alto desiderio di conoscere, ma mai lo negherò.  Questa è onestà scientifica.  Su queste basi allora noi potremmo parlare di Omeopatia e dire fino a quanto l'Omeopatia possa essere spiegata e fin dove non può esserlo, ma noi potremmo accertare le guarigioni e le falsificazioni.
E detto questo, amiche ed amici cari, voglio premettere, prima di cominciare a commentare le pagine, dense di saggezza, di Hahnemann, un ricordo storico di San Gregorio di Nissa: "Nella vita dell'uomo la salute del corpo rappresenta un bene; ma la felicità non consiste nel conoscere la ragione della salute, bensì nel vivere in salute".  Questo insegna Hahnemann.
"Se uno, dopo aver celebrato - continua Gregorio di Nissa - le lodi della salute, non combatte le cause della malattia, a che cosa vi possono giovare le lodi della salute?".
Lo scopo della prevenzione totale delle malattie è stato compreso, studiato, sperimentato da Samuele Hahnemann.
L'uomo per noi è il compositum di spirito e di corpo che dobbiamo rispettare nel senso tomistico della parola.  Nulla vi è di corporeo che non sia spirituale.  Non siamo noi dei cartesiani, non è possibile la dicotomia tra spirito e corpo.
Uno degli aspetti più deteriori della nostra cultura è l'oblio della soggettività umana, del suo valore e del suo significato.  E' la gloria, invece, del pensiero hahnemanniano che insegna e impegna allo studio della soggettività umana.
Oggi noi siamo braccati dalla paura per gli avvenimenti naturali e tecnologici, e si vive nell'angoscia e nell'isolamento delle capacità produttive che infinitamente ci stanno soffocando da tutte le parti, sia dal lato scientifico che dal lato etico.
La legge intoccabile "similia similibus curentur" esprime il potere meraviglioso dell'universalità, che ci permette di glorificare la personalità umana che è stata creata nella similitudine divina.
E' la legge dei simili che ha scoperto Hahnemann, e fu l'avvenire dell'umanità, e che è studiata e sperimentata nei suoi meditati esperimenti clinico-farmacologici tramandati nei suoi scritti, di cui i più attenti e coscienziosi omeopati si sentono discepoli.
Oggi si vive la menomazione della soggettività umana, si diventa dubbiosi sul dafarsi, in preda ai pregiudizi di una scienza materializzata, non si sa più criticare e meditare onestamente i fatti per formulare conclusioni logiche.  L'uomo cerca l'equilibrio, anela all'armonia di tutto il suo proprio essere e si affanna in una ricerca che, spesso non sincera ma egoistica, rende poco certa e poco sicura la soluzione del problema fisio-patologico.  Diventa schiavo dei sette vizi capitali che non sono soltanto di conseguenza spirituale ed etica, ma fisica, i cui danni sono espressione della patologia acuta o nella continuità di quella cronica.
Il medico, per comprendere la malattia del malato, deve inserirsi nella personalità del malato per capire l'eziologia della malattia del singolo biotipo umano.  Per mezzo di questa conoscenza il medico diventa capace di suggerire il consiglio migliore perché questa guida è vissuta dal medico che ha compreso anche il valore etico della vita per diventare il sicuro artefice della salute totale.  Questa è l'esigenza del medico omeopatico hahnemanniano.
L'uomo si libera della schiavitù delle abitudini, delle sfrenate istintività che hanno preso il sopravvento, che si trasformano in pericolose necessità.  La verità scientifica ispirata dalla Omeopatia, eticamente valorizzata, fa liberi.
La medicina hahnemanniana è la contrapposizione alla materialità cieca che costringe, inchioda, fa schiavo e priva della immensa ricchezza della libertà, scolpita nella mente e nel cuore dell'uomo.
L'Omeopatia propone un incontro libero e liberante che fa liberi di vivere la vita che vuole che ogni uomo sappia riconoscere e realizzare lo scopo principale della sua vita.
Allora i principi nascono dalla legge dei simili, sono la concatenazione meravigliosa di responsabilità scientifica di cui il medico omeopatico non può dimenticarne nessuno se vuole arrivare allo scopo della sua azione e missione.
Il medico omeopatico parli con coscienza all'individuo che soffre, per far accettare consapevolmente il significato del modo che insegna ad autocurarsi, perchè è il malato che cura, aiutato dal rimedio, la guida all'equilibrio della funzionalità corporale.
Quando noi omeopati conversiamo con il malato (guarito), (ci rendiamo conto della).............  la sua trasformazione fisiologica, intellettuale ed etica nei confronti della sua vita, concludendo quanto la Medicina Omeopatica rinnova l'uomo.
Cosa è la Medicina Omeopatica?  Che cosa vuole Hahnemann da noi?  E' la scienza medica che, se saggiamente condotta, trasforma l'uomo nella sua totalità per mezzo della maieutica evolutiva.
La nostra scuola ha un solo maestro: Samuele Hahnemann, e mi sento suo continuo allievo.
Cosa insegna Hahnemann?  Guida l'uomo medico a rendere sano il malato, ossia libero, indipendente e padrone di sé.  Questa è la salute.
L'individuo comincia a guarire quando trasforma il suo egocentrismo in stato di pace con sé e con il prossimo.  Questo è il concetto di guarigione vitalistica.
La dottrina hahnemanniana impegna a conoscere la malattia del singolo malato come persona singolare.  La legge dei simili su cui cresce la dottrina ha un fondamento universale.
Agostino di Ippona (IV De Trinitate) nel 400, meditando sul significato della Eucarestia, conclude che l'Eucarestia svolge la sua infinita potenza secondo la legge dei simili, ossia è omeopatica.
Il Cristo scese in terra per comprendere la malattia dell'uomo, senza subirne le conseguenze spirituali, è diventato il malato dell'umanità, ha vissuto le patologie dell'uomo e ci ha lasciato come terapia l'essenza della malattia sublimata del Serafino sublimato nella Resurrezione, esempio infinito della legge curativa dei simili.  Per questa ragione Samuele Hahnemann chiama divina la Medicina Omeopatica.
Questa legge esprime la realtà biologica del rimedio omeopatico nella sua sperimentazione sull'uomo sano, ma impegna l'omeopata ad assumere l'atteggiamento mentale (scientifico), etico e spirituale necessario per valorizzare tutta la potenza curativa del rimedio.  E' clinicamente importante conoscere il genio del rimedio nel diagnosticare il terreno.  Si impone, pertanto, non solo lo studio mnemonico sintomatologico, ma la conoscenza genetica, evolutiva, dinamica del singolo malato (individualità morbosa) per scoprire l'eziologia vera patogenetica del malato.
Si capirà l'essenza della Omeopatia, che affronta il dovere della responsabilità nello studio totale del malato.  Hahnemann afferma che la ricerca del rimedio similare è faticosa, e molto faticosa, a volte, e non bastano i libri per poterla attuare; è necessaria la preparazione, la meditazione, per sapersi incorporare nella malattia del malato distinguendone la correlazione dei sintomi per comprendere la totalità singola del biotipo malato.
Così deve essere valorizzata la metodologia diagnostica e terapeutica della Medicina Omeopatica, e questo carattere maieutico per scoprire il segreto della patologia dell'esistenza umana.
Sapere che cosa si vive e come si deve vivere, ed imparare a conoscere che cosa si vive, non vivere per vivere.  Scoprire il vero scopo del vivere, e dare all'uomo la forza della dignità responsabile dell'atto del vivere.
L'uomo è viator, che cammina, anche inconsciamente, sente il richiamo dell'anelito agostiniano "Non ero io che cercavo Te, ma eri Tu che cercavi me".
Vivere la tranquillità e la serenità per cui la forza vitale è più pronta e sicura a combattere le moxae della vita.  L'equilibrio organico e psichico diventa più capace di godere l'armonia auspicata, che è salute integra.  Tutto questo lo si ritrova in Hahnemann.  Perciò la nostra problematica fisiopatologica deve essere l'attenta ricerca di medico nello studio di Hahnemann, nello sviluppo costante della vocazione per cui si vive, desiderosi di conoscere la verità che si riscopre giorno per giorno a contatto con la vita.
Il travaglio quotidiano medico acquista significato immenso, perché affronta la propria inquietudine che noi viviamo ogni momento affannosamente per scoprire l'aspetto dinamico della continua crescita del dinamismo vitale che si agita.   Allora ci si disseta alla polla dove nasce l'acqua saliente che ci conduce a conoscere la verità della nostra esistenza.  Svelare me stesso svelando il destino di ogni uomo che viene alla conoscenza della Omeopatia.
Hahnemann ha sofferto e lo dirà nelle "Malattie Croniche", anche l'ingratitudine, la persecuzione, nella scoperta di individuare la libertà del proprio io e la realtà di ogni uomo in cammino.  E' la priorità della dimensione libera dell'uomo, che affascinò Hahnemann, che attentamente studiò la patologia umana cronica, meditando sull'interiorità fisica e psichica di ogni uomo cercandone la radicalità vera e originaria.
Questo studio fa capire come dobbiamo attentamente affrontare la rappresentazione unitaria fisiopatologica di ogni uomo che viene alla nostra osservazione.  Il concetto della cartella proposto dalla L.U.I.M.O. vuole la soluzione, più consona al principio della individualizzazione morbosa, la più corretta delle diagnosi, eziopatogenetica individuale.
Questa meta nel rispetto della libertà, fa di noi prudenti educatori (il medico omeopatico) nel rispetto di ogni uomo, ma ci comporta, perché ci dona, la certezza di ciò che fa, rassicurati dalla guida della legge dei simili, immutabile, sulla quale si realizza con scienza e coscienza l'atto medico.
Ciò spiega perché la scienza omeopatica studia costantemente lo sviluppo dei suoi principi basandosi sulla legge per realizzare la verità scientifica ed etica della individualizzazione diagnostica e terapeutica.
Le contrapposizioni che possono, anche, sorgere, sono illuminanti e valgono per far cadere le incrostazioni dell'egoismo che non permette di vedere chiaro, e con ciò, buttando a mare la zavorra materializzante che non ci permette di vedere con chiarezza il cammino dell'uomo.
Tutto ciò che la biologia moderna nelle scoperte sorprendenti di immunologia e di genetica, di neuropsicoendocrinologia, deve essere, senza pregiudizi, valorizzato e vagliato al crogiuolo del principio del vitalismo, che rischiara ed illumina sempre meglio la giustezza radiosa della legge della similitudine che propone lo studio della conoscenza del malato nella sua unità profonda e conferma con sicuro ragionamento la prescrizione della terapia che connubia alla forza vitale, custode fedele della nostra esistenza.
La Medicina Omeopatica, nella clinica e nella terapia, riformula e risolve il problema della soggettività suggerita dagli studi moderni, purtroppo ancora privi del vitalismo, antica realtà eterna.
Il solo desiderio che giustifica la nostra ricerca è saper riconoscere la malattia del singolo uomo che deve raggiungere l'anelito ancestrale: essere totalmente sano.
L'attuazione costruttiva della vera omeopatia è la realtà, indiscutibile, che esige la nostra vocazione: l'amore del nostro prossimo.
Il concetto dell'amore.  Hahnemann scrisse: "Amare et amari"; dopo aver letto sicuramente Sant'Agostino.  Amare per essere amato.  E' la meravigliosa forza dell'amore che è espressa nella potenza della forza vitale; la vita individuale è un atto d'amore.  E' il donarsi per gli altri non cercando mai le cose proprie.  E' un atto di donazione che, nel rispetto della libertà, permette di poter diagnosticare la fisiopatologia dell'essere individuale umano.
L'amore è potenza universale, umana e cosmologica che ci dona la possibilità di comprenderci, di armonizzarci, in una sola frase, di amarci.
Aveva ragione il Cardinale Ratzinger quando diceva (cito a memoria): "Oggi ci troviamo di fronte al concerto universale, e prima di un concerto c'è chi accorda il violino, chi accorda il violoncello, chi accorda la tromba; è un momento discordante, ma in quel momento entra una persona: il maestro, ed alza la bacchetta.  Tutti tacciono e quelle discordanze diventano Beethoven, armonie di Mozart, etc., perché quella bacchetta é l'amore che conduce al concerto di tutte le nostre dissonanze individuali".
Vivere lealmente la coscienza di ciò che si pensa e di ciò che si ha dentro di sé, e rendersi conto di quello che si può fare; vivere liberamente il significato della vita, stornare la paura dell'affanno, del disinganno, nella certezza di sapere anche morire per vivere nell'eternità divina.
Ma quell'atto terminale della vita diventa un salutaci certi di ridarci nell'incantesimo dell'amore senza tramonto, nella pienezza della concordia, della pace, della serenità.  Questa è la verità omeopatica che ha scritto saggiamente Samuele Hahnemann nel nono paragrafo dell'Organon in cui ha dedotto i suoi illuminanti studi di fisiopatologia e terapeutica del processo meraviglioso vitale.
Prima di leggere con voi il volume di Hahnemann, vi ricordo una frase che è necessaria al medico omeopatico, colma di scienza medica, del Berger che dice: "Nulla ho potuto conoscere immergendomi nell'oggetto, tutto arrivo a conoscere purché mi immerga nel soggetto".
Questo è lo scopo della nostra missione di medici omeopatici.  L'uomo nella sua interiorità è la manifestazione più alta del mistero dell'umanità.  La risposta più esaustiva della medicina omeopatica è il sapersi continuamente umanare nell'uomo, e la dottrina hahnemanniana insegna scientificamente ed eticamente a convivere negli altri, basandosi sull'assioma "prima charitas incipit ab ego", imparare quotidianamente ad umanare me stesso.
Viva il medico omeopatico la sua nell'altrui interiorità; questa esperienza lo crea veramente capace di approfondire l'unità spirituale e corporale di ogni uomo, superando utilmente la struttura fisica per scoprire la profondità spirituale che è il grande e nobile mistero della nostra umanità.
 
 
 
LA PSORA PRIMORDIALE - IL TERRENO DA CUI NASCONO TUTTI I MIASMI
Prof. Antonio Negro

Hahnemann ad un certo punto parlerà in questa maniera, dopo aver analizzato molti e molti sintomi, dirà, che con poche eccezioni tutte queste sono vere discendenti della multiforme patologia cronica‚ dovuta alla Psora, e darà finalmente il nome della malattia cronica principale che la chiamerà Psora e della quale dovrei parlare attentamente.
Io dirò soltanto una cosa, dovrei parlare anche poi di Sulphur che è poi il farmaco principale dello psorismo, come la Thuya ‚ il farmaco principale della sicosi, come Mercurio‚ il farmaco miasmatico principale del luesinismo.  Però di una cosa voglio ancora dirvi, questo è certo non potrò dirvi quei termini che avrei voluto ma pensate ad Hahnemann come lui ha proposto al medico di osservare i sintomi di questa Psora.
Che cosa sono questi sintomi della Psora?  Lui li ha divisi in due parti: in una Psora cosiddetta latente, ancora nascosta, ed una Psora invece ormai conclamata‚ una Psora manifesta.
Della prima parte di latenti ci presenta 129 sintomi dicendo ad un certo punto questa frase: "Non pretendo che questa lista sia esaustiva, ma sono convinto che altri, in base alla loro esperienza potranno contribuirle a completarla".
Della seconda parte: la semeiotica della Psora manifesta, ci presenta 557 sintomi.  E vi voglio dire in breve che cosa significa lo studio di una paziente quando voi affronterete, e ne parleremo a suo tempo, della cosiddetta cartella da fare.
Abbiamo l'anima per ascoltare il paziente?  Siamo predisposti a farlo parlare?  O siamo invece presi dalla smania che abbiamo altre 10 visite da fare e velocemente dobbiamo liquidare lo studio che è pieno?
Queste sono le domande che faccio.  Ecco perché‚ sono lieto quando siete voi che cominciate a fare le cartelle cliniche, e non vi dico mai se ci impiegate un'ora, se avete finito o no.  Lasciatemi fare e commentare quello che poi ci porteranno, poi dopo studieremo insieme e non abbiamo mai il tempo per commentarla tutta.
Condizioni psicologiche e sintomi mentali della Psora latente, iper emotività.  Che cosa significa?  Significa che un individuo quando è in piena salute non deve essere un iperemotivo, deve invece essere una persona che ha una mentalità giusta.  Se io sono irritato, iperemotivo è perché‚ indubbiamente la mia forza vitale è contrastata da qualche cosa. Perché‚ se la forza vitale è in  equilibrio, se la forza vitale è in armonia, e in coordinazione amorosa di tutte le mie funzioni, allora anche la mia parte emotiva è tranquilla. E’ proprio l'emozione (tranquilla) con cui parlo a voi con tanto piacere … mi emoziono perché‚ mi fa piacere parlare con voi che siete tanto carini e tanto gentili e buoni ad ascoltarmi e non siete già annoiati e non ve ne andate, allora sono io che vi dico grazie….. ma se avessi l'ansia, perché‚ voglio far parlare la mia Agneni, questo ……‚ certo, ma non dico niente di più.
Quando viene un individuo e mi dice che è un emotivo, che quando deve fare una cosa si mette già in ansia, è già un sintomo per me, un sintomo che mi deve educare nella mia semeiotica, per dire questo individuo è un iperemotivo oppure un ipersensibile.  Guardate che Hahnemann non usa i termini alla buona, no, ipersensibile ai rumori per esempio, ipersensibilità dei 5 sensi, non è l'iperemotività della mia psiche, intendiamoci bene, ed Hahnemann distingue molto bene questo.
Conseguenza di eccitazione emotive, non soltanto sono iperemotivo ma dopo che ho avuto una emozione ho mal di testa, non digerisco, e allora non è più la semplice emotività c'è anche un significato funzionale della mia emotività.  Ecco capire l'individuo, tu non sei più nella tua capacità complessiva dinamica ereditaria capace di custodirti, tu sei già un segnato.  E la minima emozione provoca o mal di testa o mal di denti.
Quarto sintomo: conseguenze di un eccessivo impiego dei sensi cioè l'intemperanza, provoca dolori tiranti, tensivi dagli arti, affaticamento al dorso, soprattutto dolore anche ai denti.  Noi queste cose le sorvoliamo con facilità ma sono espressioni di un individuo che mi parla della sua esistenzialità costitutiva ed ereditaria, devo avere la mente mia allenata a questo, ecco perché‚ preferisco dire poco ma dirlo bene a voi, alleniamoci a questa ricerca della personalità dell'uomo.
Ve ne leggo qualcuno. Cefalee frequenti per la minima emozione, non deve venire però un emozione da cefalea ‚ già un disordine centrale, e questo disordine centrale oggi, e ripeto guai al medico che non studia le conquiste della biologia moderna.  Basterebbe pensare al disordine diencefalico di un individuo dinanzi all'emozione, vuole dire che abbiamo delle discordanze tali che riproduce poi dei fenomeni anche di patologia della mia testa, cefalea ‚ un disordine centrale.
Sudore alla testa alla notte dopo essersi addormentato.  Ma questo è un segno, non guardiamo adesso che fa caldo ‚ logico che sudiamo tutti, ma uno che va a letto e prima di addormentarsi deve cominciare a sudare.  Ma tutto un campo di studio particolare, di rimedi che vengono alla mente, basterebbe soltanto questo per dire che questo soggetto che ha una base sicuramente psorica-sicotica.  Perché?  E bastava guardare, leggete la patologia di Thuya che dovremmo commentare, per prima cosa suda la testa mentre si addormenta con tutta la coorte di sintomi che verranno dopo.
Caduta frequente dei capelli, alopecia.  Ogni individuo dovrebbe avere i suoi capelli anche alla mia povera età non dovrebbero cadere.  Perché‚ ti cadono?  E' una domanda che mi faccio.  Dirà anche che i suoi genitori li perdevano, allora è una ereditarietà, perché‚ se fossero stati normali avresti anche tu i capelli.  Ecco allora ‚ una coordinazione che io faccio dello studio dell'individuo, anche ereditariamente vado.  Allora mi propongo allo studio veramente efficace dell'individuo per conoscere la sua realtà.  E guardate che tutte queste cose non sono cose strane, perché‚ le faccio io che non sono una persona strana, ma ‚ una cosa che dovete prendere voi l'abitudine di fare, questa sensazione della ricerca in modo in cui forniate le vostre cartelle dove voi potete esprimere esigentemente la ricerca dell'individuo nella sua personalità evolutiva ereditaria miasmatica.
Forfora.  Certamente ‚ una forma discreta questa‚ certo, non dovrebbe esserci, anche questo è segno di psora sicosi.
Le oftalmie continue cioè‚ malattia degli occhi o sofferenze oculari continue, cioè la continuità della patologia.  Non è che gli viene un colpo d'aria, può venire a tutti, ma se questo si ripete non è più un colpo d'aria ‚ una costituzione che ha una debolezza nella comunità reattiva di tutto il soggetto, mica che mi fermo ad una cosa sola, no, ma questa è il famoso filo conduttore del giardino di Arianna, che mi permette di trovare la strada per arrivare alla conoscenza intima dell'individuo.  Questo significa fare una cartella clinica, con questa visione.
Epistassi sovente molto abbondante e frequente, e frequenza variabile alla pubertà, meno frequente negli adulti, cioè come dice lui: sintomo di psora manifesta.  Epistassi, pensate se una donna comincia ad avere dei disturbi ovarici con abbondanze di frequenti mestrui e ha avuto prima epistassi.  Perché?  Questa manifestazione strana, ecco allora che comincio a vedere tutta la gamma sintomatologica dei rimedi che hanno l'epistassi, specialmente prepubere l'età delicata, della pubertà dai 7 anni ai 14.  Vi sentirete la parte della cartella stato giustamente secondo criteri antichi divisa in settenari, dove dividiamo addirittura la vita dell'uomo in settenari perché‚ sono legati a processi di crescita dell'individuo, con processi addirittura di rivalutazione di ghiandola di secrezione interna che corrisponde al diencefalo a tutto questo fenomeno meraviglioso della formazione dell'uomo che ci fa meditare secondo come avviene in forma più o meno caratteristica o no, per poter determinare questo individuo che era in quel momento psorico sicotico luesinico.  Che poi potrebbe essersi trasformato, secondo l'ambiente in cui ha vissuto, l'educazione che ha avuto, i medicinali che ha ricevuto.
Vuole Hahnemann anche elencare questo, raffreddore frequente con ostruzione delle fosse nasali.  Entriamo in un campo tranquillamente difficile eppure ‚ una cosa semplice, un naso chiuso quando mi addormento.  Quante persone vengono a noi e quante persone ne escono liberati non soltanto perché‚ avranno domani dei polipi nasali, o qualche cosa di simile, ma perché‚ manifestano in noi una rivelazione miasmatica profonda che il più delle volte ha base psorico sicotica, anche questo, ed allora dovremmo dare i rimedi adatti per poter veramente guarire quell'individuo.
Continui raffreddori fluenti.  Il raffreddore viene a tutti, io lo capisco, ma quando sono continui, fluenti, ecc., mi dicono che abbiamo una sensibilità che io devo riconoscere e questi sintomi che si presentano mi porta sempre nel campo delle malattie croniche.
Guardate l'osservazione delicata di Hahnemann che indubbiamente qualcuno di voi direbbe: "Ma allora che cosa facciamo?"   Impossibilità a contrarre un raffreddore di naso, nonostante le intemperie, nonostante la presenza di altri sintomi della psora latente.  Non riesce ad avere raffreddore come a colui che non riesce ad avere malattie cosiddette esantematiche, e non è sintomo di forza, per un concetto molto preciso della Medicina Omeopatica, liberazione del patrimonio che tutti noi portiamo negativo.
Nessuno di noi è senza tallone di Achille, intendiamoci bene, guardiamoci in faccia, il normale non esiste, non esiste.  Tutti noi abbiamo da liberarci di qualche cosa perché‚ vi è il famoso concetto di cui non ho potuto parlare : la Psora per quello che è; e ve lo dico in un termine particolare e mi fa piacere dirvelo così creo qualche zizzania fra di voi: ognuno di noi è nato in peccato, questo è il significato più grande della Psora guardate, tutti noi siamo nati con una debolezza, osserviamoci attentamente.  Perciò abbiamo qualche cosa da cui liberarci, avere anche la sensibilità al colpo di freddo che mi viene il raffreddore, vuol dire che sono una persona ancora a posto equilibrata che sente la sensibilità del cambiamento di tempo, non la sento?  Allora c'è qualche cosa che non va.  Si può preparare in me qualche malattia molto più profonda e molto più seria di quello che io non penso.
Hahnemann poi parlerà della faccia, pallore della faccia, tratti rilasciati e flaccidi cioè lattonicità, pelle secca e rugosa delle gote, spaccature del labbro inferiore, vampate di calore accompagnate da rossore passeggero e con ansietà.  Tutti sintomi che indubbiamente qualcuno di voi abituato alla medicina comune oppure non alla vera medicina omeopatica, può trascurare con tranquillità, invece sono veri perché‚ sei mi soffermo vedo dei tratti, lattonicità della faccia, ma per me ‚ grande lattonicità della faccia ‚ di un tipo linfatico che mi riporta a tutta la gamma dei farmaci psorici con degli spiriti di natura sicotica.  La pelle rugosa e secca alle gote, anche questo ‚ sintomo di che cosa?  Di povertà liberatoria ed idrica del soggetto perciò l'omeopsorico più profondo che io devo rilevare come qualche volta, secondo come è, con delle impronte anche luesiniche.
Spaccature del labbro inferiore, non segna addirittura di terzo e di primo che mi porta ad un rimedio così profondamente energico che è Natrum Muriaticum il mangiatore di sale, e così via.  Vampate di calore accompagnate da rossore passeggero con ansietà.  Mi può portare al quadro delicato di una dolce Pulsatilla come domani di uno stato addirittura di menopausa con tutto l'aggravamento che può venire in uno studio sempre più vivace perché‚ mi porta a studiare sempre di più il processo climaterico della donna di fronte a quello che costituzionalmente è.