Il 28 Settembre a Sorrento si è chiuso il Congresso Mondiale della LMHI (Liga Medicorum Homeopathica Internationalis fondata a Rotterdam nel 1925) ospitato quest’anno dall’Italia con
l’organizzazione della FIAMO (Federazione italiana associazioni e medici omeopati) e della LUIMO (Associazione per la libera università internazionale di medicina omeopatica). Hanno preso parte al Congresso oltre 800 medici omeopati provenienti da tutto il mondo, insieme ad una nutrita rappresentanza accademica, costituita da scienziati e ricercatori di fama internazionale. Tra gli altri relatori non omeopati ricordiamo: il fisico, scienziato e filosofo austriaco, Fritjof Capra, autore di numerosi libri di successo tra cui il Tao della fisica (1975), il Neonatologo Professor Gianpaolo Donzelli Presidente della Fondazione Meyer di Firenze e Vittorio Elia già Professore di chimica presso l’Università di Napoli autore di numerose ricerche pubblicate sulle proprietà chimico fisiche delle soluzioni omeopatiche.
I congressisti, che provenivano da 48 Paesi, variamente distribuiti nei 5 continenti, hanno potuto condividere le più recenti acquisizioni nel campo della clinica e della ricerca scientifica omeopatica. Oggi Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) l’Omeopatia è il 2 ° più grande sistema medico al mondo, con un importante e costante tasso di crescita ogni anno a livello mondiale: 600 milioni di cittadini centinaia di migliaia di medici di cui 350 mila medici omeopati nella sola India. La scelta di Sorrento non è stata casuale ma ha rappresentato il ruolo storico dell’Italia ed in particolare di Napoli nella diffusione della omeopatia; dove arrivò con le truppe austriache nel 1821, al cui seguito vi erano gli ufficiali medici omeopatici che trasferirono questa metodologia ai colleghi napoletani tra cui il clinico Prof. Francesco Romani e il Prof. Cosmo Maria de Horatiis già direttore della cattedra di chirurgia, primario chirurgo dell’ospedale Degli Incurabili e medico personale del Re Francesco Primo che si curava con l’omeopatia. Questi medici si distinsero anche nella cura delle varie epidemie di colera a Napoli; come riportato nell’apposito angolo dedicato alla Medicina omeopatica presso il Museo delle Arti Sanitarie dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli. Da Napoli poi l’omeopatia si diffuse nel resto di Europa e nel mondo come ci ha illustrato il Professore Francesco Negro Presidente della Fondazione Negro di Roma – Museo dell’Omeopatia. Sono state evidenziate a livello culturale le profonde interazioni con le scienze umanistiche e col cosiddetto “Pensiero Sistemico”, che accomuna molteplici discipline. Particolarmente seguite sono state le sessioni sui meccanismi d’azione come pure sulla possibilità di integrazione nell’ambito dei diversi sistemi sanitari, che l’OMS raccomanda fin dal lontano 1977. Molti sistemi sanitari nazionali si avvantaggiano dell’omeopatia, come l’India dove è una medicina ufficiale, e in Brasile dove è specialità medica riconosciuta. Le relazioni cliniche dei medici al congresso, relative alle patologie curate con il sistema della similitudine, mostrano una efficacia per molti tipi di affezioni dell’uomo e ciò spiega l’interesse crescente per questa medicina che è in costante ed evidente espansione nel mondo; interessanti anche le relazioni cliniche di medici indiani che esercitano nei reparti oncologici e che hanno esemplificato con casi clinici la loro esperienza ed efficacia dei trattamenti omeopatici in questi malati. Ma fa maggiormente riflettere in termini di tossicità e di prevenzione nella catena alimentare (come richiesto dalla direttiva CEE del 1999 in tema di agricoltura biologica) l’efficacia della medicina omeopatica in veterinaria, che ha avuto una apposita sessione dedicata, sia per gli animali da reddito che per quelli d’affezione. Interessantissima sempre per i risvolti sociali ed economici che potrebbe avere nel futuro in tema di abbattimento della tossicità delle coltivazioni, trattate chimicamente, è la nuova branca di ricerca sperimentale l’agro-omeopatia, finalizzata a prevenire e curare i danni parassitologici delle piante senza aggiungere anticrittogamici nella catena alimentare; evitando così danni da tossicità chimica per il consumatore.
In conclusione, nel documento congressuale di chiusura emerge ancora una volta e anche per dati evidenti di espansione dell’OMS (WHO), che la Medicina Omeopatica, se opportunamente regolamentata, costituisce e potrebbe costituire una grande risorsa per pazienti, animali e piante per un futuro ecosostenibile al servizio del Pianeta Uomo.