The Homeopathic Heritage International.  Vol 33 n.12 2008. Nella rivista è dato ampio spazio alle patologie delle ghiandole tiroidee, ed alla loro cura individualizzata. Articoli di Farokh J. Master, Gestione delle tiroiditi; S. K. Banerjea,  Un caso curato di ipertiroidismo; B. Basu; studio fenomenologico di Thyroidinum, e la materia medica di Iodum.

Nella sezione dedicata ai casi di studio: U. Chauhan, l’approccio alla presa del caso nei bambini; J. Kellerstein , Sepia come rimedio fortemente femminile. Nella sezione clinica : A. Singh, una analisi di rimedi utili in caso di trattamento della malattia di Crohn. Nella sezione Materia Medica : D. H. Chand,  Ignatia; T. Shaikh, Natrum sulphuricum. Nella sezione metodologia, tre articoli, a nostro parere i migliori del numero: T. Cook, la fallacia della macrodose essenziale; A. I. Sayyed, Risolvere i casi clinici intrattabili; D. Little, la crisi nel pensiero classico e contemporaneo. Infine G. Vitoulkas sulla metodologia repertoriale in relazione ai criteri necessari per dare maggior peso ad un sintomo in relazione ad un altro.

 In special modo, l’articolo di D. Little, ci sembra centri una problematica importante: cosa vuol dire classica o nuova Omeopatia? Attraverso un’analisi delle varie tendenze vecchie e nuove nella medicina omeopatica, Little dice, accade di portare nuovi elementi di sviluppo nel pensiero omeopatico, relativamente al rimedio o all’analisi del caso. Pur tuttavia è essenziale per coloro che studiano la Medicina Omeopatica conoscere ed usare il metodo induttivo, unico strumento indicato da Hahnemann nell’Organon in grado di produrre sapere in modo coerente.  Altrimenti, senza la verifica per induzione, le intuizioni provenienti dai nuovi sviluppi della Medicina Omeopatica potrebbero essere estremamente fuorvianti. Ad esempio: hai una buona idea sull’utilizzo di una sostanza come rimedio e pensi che curerà alcuni sintomi? E’ necessario sempre fare prima la prova sul sano che darà l’immagine precisa del rimedio e gli darà consistenza omeopatica. Noi condividiamo, fortemente, questa visione della Medicina Omeopatica.
 
In Homeopathy vol. 97 n. 4 oct. 2008 segnaliamo. Due articoli sul dibattito relativo alla tristemente famosa metanalisi del Lancet nel 2005. Articoli di A.L.B. Rutten e C.F. Stolper e A.L.B. Rutten, dove nella sostanza si mostra come l’indagine di tipo statistico sia solo una tecnica in grado di verificare ipotesi limitate, ma incapace di modificare i concetti che promuovono l’esperimento. A. Stensbeck et al., Una analisi delle caratteristiche dei pazienti che  consultano un omeopata in Norvegia. Interessante notare che alcuni risultati sono simili a quelli che abbiamo ottenuto con una analisi retrospettiva dei pazienti che richiedono una visita presso la LUIMO, tipicamente donne e la richiesta maggiore è per disturbi di tipo psichico ed in generale di malattie croniche ; ed infine un articolo interessante relativo all’utilizzo della Medicina Omeopatica nelle unità di cura intensiva per sepsi in Brasile di M.Z. Texeira et al. Avevamo già inteso parlare di approccio omeopatico durante le cure intensive da parte del dr. Matheus Marim durante il convegno della Fiamo nel 2007. E’ questo davvero un aspetto della cura omeopatica che oggi in Italia appare precluso, ma che nel passato ha dato, in USA ed in Europa ottimi risultati. Speriamo che la maggior libertà di cui godono oggi i medici omeopati brasiliani, permetta nel futuro di aprire significative linee di ricerca anche da noi.