di Massimo Mastandrea

Ho visitato il museo dell’omeopatia inaugurato lo scorso giugno a Roma, con un gruppo di colleghi farmacisti e medici, in una splendida domenica di settembre, grazie all’impegno della LUIMO

rappresentata dal Dott. Vincenzo Rocco. La sensazione che si prova, entrando in quel luogo, è quella di un viaggio a ritroso nel tempo, fino alle origini dell’omeopatia, ma con la consapevolezza che l’immenso tesoro in esso custodito possa essere nutrimento per chi opera in questo campo. In effetti, il museo, molto voluto dal Prof. Antonio Negro, è stato poi concepito e realizzato dai figli, Proff. F.E. e P. Negro, come luogo sì evidentemente legato al passato, ma che guarda al futuro, proponendosi come centro di confronto di idee, in cui possano confluire esperienze personali di professionisti ed appassionati, dando anche la possibilità, a chi è interessato, di consultare i preziosi libri e documenti conservati nella sua ampia biblioteca. Ed è tra questi libri, originali dell’800 e ‘900, (difficile descrivere l’emozione provata nello sfogliare una delle prime edizioni originali dell’Organon, con appunti scritti a mano a margine dallo stesso Hahnemann), ma anche più recenti, fra trousses omeopatiche d’epoca, alcune di pregevole fattura, tra documenti che attestano gli indubbi risultati positivi dei rimedi diluiti e dinamizzati (in particolare spiccano quelli relativi ad una epidemia di colera a Napoli nell’800) che i ricordi personali e di famiglia del prof. Francesco Negro si sono intrecciati indissolubilmente con i destini dell’omeopatia in Italia nel corso del 900. E la sala dedicata alla diffusione dell’omeopatia negli Stati Uniti riserva infine, su una parete, l’ultima sorpresa : le foto che sottolineano i passaggi più importanti della vita professionale del Prof. Antonio Negro sono la più degna conclusione di questo viaggio, ed un eccellente stimolo per chi, medico o farmacista, intraprenda la strada affascinante della scienza omeopatica.
Ringraziando ancora il prof. Negro ed il dott. Rocco per averci condotti lungo questo percorso, nonché per averci onorati della loro compagnia nel corso della giornata, resta la speranza che questa esperienza possa ripetersi al più presto. Ed una convinzione: d’ora in poi, attraversando piazza Navona, sembrerà di vedere un meraviglioso scrigno nel quale è nascosta una perla che lo rende, se possibile, ancora più prezioso.

 

Massimo Mastandrea è farmacista ed opera in provincia di Caserta. attualmente segue il corso di Medicina Omeopatica della LUIMO. 

Per visitare il museo segui il link http://www.fondazionenegro.it/