“…non ha senso parlare di “Medicine alternative” come contrapposte a quella “ufficiale” perché l’unico criterio per distinguere le prime dalle seconde è, semmai quello di “alternative” rispetto alla tradizionale, perché se quest’ultima si definisce “ufficiale” si ha il sospetto che essa stessa dubiti di essere “Scienza”.

Ma poiché il metodo scientifico tradizionale della Medicina non riesce a dare risposta a tutto ciò che gli si chiede, ai suoi seguaci incomberebbe il dovere di chiedersi se per caso, da parte di coloro i quali propugnano posizioni alternative, si possa dare risposta a quelle esigenze di ricerca che con il proprio metodo non si è riusciti a soddisfare".

 Prof. Vincenzo Caianiello, presidente emerito della Corte Costituzionale per il memoriale del 150°anniversario della nascita di Tommaso Cigliano ad Ischia, il 26 settembre del 1993. 

           

               Un refrain che ascoltiamo da molti divulgatori scientifici è l’elogio di grandi, immensi scienziati che si sono scontrati con il potere costituito. Questi scienziati avrebbero affermato innanzitutto la verità sperimentale, esperienziale e scientifica contro il dogma apodittico della filosofia, religione o credenza corrente.

Alcuni di loro con il sacrificio della loro stessa vita. Galileo ha dovuto rinnegare le sue scoperte per continuare a vivere, Giordano Bruno è stato bruciato vivo, Cartesio ha dovuto inventare la separazione tra lo spirito e il corpo per continuare le sue ricerche. Potremmo oggi accettare che un’unica visione del mondo sia quella disponibile alla conoscenza umana? Potremmo oggi concepire un mondo in cui, dopo i secoli bui in cui gli scienziati e gli alchimisti erano perseguitati, tra il ‘500 e il ‘600, oppure quei lunghi secoli che vanno dal medioevo all’illuminismo in cui il corpo umano era appannaggio esclusivo della religione, esiste un’unica spiegazione dei fatti? Potremmo oggi mettere in prigione chi non crede nella teoria dell’evoluzione ed ha una spiegazione creazionista, anche se tutta la scienza contemporanea (e più umilmente, anche il sottoscritto) “crede” nella teoria darwiniana della variazione delle specie per selezione naturale?

      E’ noto che la Russia stalinista sosteneva l’esistenza di una scienza borghese e di una scienza proletaria. Il risultato di questa concezione idiota fu che grandi scienziati russi non ebbero la possibilità di continuare a lavorare perché erano privilegiati quegli scienziati che facevano ricerche “proletarie”. L’assenza di libertà fece tornare indietro lo sviluppo scientifico in Russia di almeno cinquanta anni. La libertà di cui hanno goduto e godono gli scienziati dall’illuminismo in poi ha permesso lo sviluppo imponente delle società occidentali.

      L’enorme crescita della conoscenza scientifica in USA nel dopoguerra è dipesa dalla libertà di cui hanno goduto gli scienziati fuggiti dal nazismo, dal fascismo e dallo stalinismo. Soltanto, cioè in una società libera può evolvere la scienza.

    Ma nella società occidentale libera si agitano movimenti di ogni genere, da quelli spiritualisti, agli omeopati, ai vegetariani, ai vegani, agli antivivisezione, anti-vaccinazione, anti medicine e pro medicine, ai transumanisti, ai buddisti, agli ayurvedici, a quelli della Medicina Cinese. Tutti, tutti portano idee, modi di vedere l’esistenza e i suoi fatti. I misteri della nostra vita sono molti e i modi di approcciare a essa anche. Senza l’impulso di questi movimenti sarebbe stato difficile oggi immaginare lo sviluppo enorme delle neuroscienze o della psico-neuro-endocrino-immunologia, termine nuovo per identificare quello vecchio di correlazionismo metabolico tanto caro al prof. Antonio Negro. Andando più indietro nel tempo potremmo citare grandi scienziati come Marie Curie e Darwin, che si sono curati con la medicina omeopatica. Darwin ha addirittura realizzato degli esperimenti con sali di ammonio ultradiluiti per verificarne gli effetti sulle piante. Marie Curie dichiarò che l’idea dell’infinitesimale proveniente dalle sue conoscenze sull’omeopatia le aveva permesso di capire la radioattività, fenomeno che nessuno, in quei tempi, vedeva. Una delle grandi scommesse scientifiche, infatti, è arrivare a capire cosa organizza il mondo che vediamo, dando per scontato questo quid sia nascosto dietro di esso, ben oltre la più piccola delle molecole, il più piccolo degli atomi.

     In questi ultimi tempi siamo pubblicamente confrontati, al pari di razzismi di ogni genere, a campagne di stampa, manovrate da strani personaggi, sedicenti scienziati, gruppi di pressione, contro la libertà terapeutica. Questi signori che io chiamo innanzitutto fascisti, propongono di eliminare qualsiasi alternativa medica o non medica che abbia a che vedere con la salute, basandosi sulla pretesa “scientificità” della medicina e sul fatto che altre medicine più tradizionali, non sarebbero scientifiche. E lo stato etico, cioè lo Stato che decide per la persona e non la persona che decide dello stato, è concetto fascista, nazista e stalinista. Ergo, questi signori sono eticamente dei fascisti.

     Questi oscuri soggetti non sono affatto interessati a capire o no se queste discipline “alternative” possano oppure non possano servire a curare le persone. I loro obiettivi sono molto più “concreti”. Questi signori non vogliono che sia finanziata la ricerca su queste medicine, non vogliono che i soldi dello stato vadano a profitto di terapie poco dannose ed efficaci, vogliono che i soldi dello stato vadano soltanto a profitto loro e dei loro amici. E voglio avere anche interamente a disposizione la popolazione dei malati che in assenza di terapie alternative, potrebbero scegliere soltanto tra un’ unico tipo di cura e non curarsi . Questo è quello che li motiva. Per questo diventano i cani da guardia di una scientificità cui nessuno scienziato serio crederebbe. Spacciano la medicina industriale, quella per cui bisogna trattare tutti i pazienti come una mandria, dando a tutti la stessa medicina, indipendentemente dall’individuo, per medicina scientifica. Spacciano il trial clinico a doppio cieco, strumento indispensabile alla medicina industriale per convincere le autorità a rimborsare i farmaci industriali tutti alle stesse dosi e posologie, come il non plus ultra della scientificità, quando è soltanto lo strumento di un’industria farmaceutica che limitando a qualche dosetta la posologia dei medicamenti, risparmia un sacco di costi e incassa una montagna di quattrini.

    E poiché per la loro buona coscienza a buon mercato, la cura individuale proposta dalla medicina omeopatica o da altre terapeutiche è un grave attacco a questo metodo di pensare la medicina come un’industria ottocentesca di catene di montaggio, devono vederle sparire. Allora fanno di tutto. Mettono i bastoni tra le ruote a qualsiasi forma di sviluppo paritario di ipotesi mediche alternative. Scrivono libri pieni zeppi di falsità, articoli perfino sgrammaticati pieni di ignobili menzogne, riscrivono l’etica individuale pretendendo che il malato non sia più una persona ma un soggetto interamente sottomesso alla medicina di stato di cui essi sono i promotori . E non mancano occasione di ricattare i politici parlando dall’alto, della loro “scientificità”. Per mia personale esperienza gli scienziati veri - e non questi cani da guardia che esistono dappertutto per interessi inconfessabili – sono immersi nelle loro discipline, fanno di tutto per continuare i loro esperimenti e soprattutto sono aperti a tutto, anche alle ipotesi che potrebbero sembrare più inverosimili, se solo queste fanno avanzare la conoscenza o la coscienza (Planck quando parlava della sua costante rideva, nessuno credeva alla discontinuità della materia) oppure, più banalmente spiegano i dati. Non hanno il tempo di fare la guerra agli altri. Per capire la differenza tra un vero scienziato e uno finto, basta verificare i curricula di quelli che passano il loro tempo a intervenire contro tutto quello che non è ufficiale. La maggior parte delle loro pubblicazioni non sono scientifiche. Questi signori passano il tempo a pontificare su quello che è scientifico e quello che non lo è, su come bisognerebbe fare su cosa bisognerebbe fare. Hanno posti di potere e influenzano i decisori politici, ma non hanno nessuna, dico e affermo, ormai ne sono convinto, nessuna predisposizione o curiosità scientifica. La mia opinione è che hanno solo paura e desiderio di potere. Sono gli stessi che negli anni cinquanta avrebbero obbligato i malati di cancro a imbottirsi di carne (era questa l’epopea delle proteine) e oggi pontificano sul beneficio enorme dei legumi e della frutta grazie alla scienza, passando sotto silenzio che da duecento anni si sapeva che i vegetariani vivevano più a lungo, più sani e senza orribili malattie.

Questi signori, che si autodefiniscono figli di quei grandi scienziati che hanno operato in un mondo senza libertà e combattuto per essa, vorrebbero ora che tutto quello su cui essi hanno messo la loro impronta sia promosso e tutto quello cui non “credono” e dicono di non credere, o non sanno o vogliono dimostrare, sia eliminato. Vogliono fare come l’inquisizione. Vogliono il potere di dire sì e no a chi vogliono.

Speriamo che i cittadini, i politici e i regimi liberali e democratici glielo impediscano.

Per il bene di tutti, perfino di loro stessi.