La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un professore Universitario per aver pubblicato un libro con due capitoli interamente copiati dalla tesi di due studenti di cui era stato relatore, senza citarli o renderli co-autori (1).

In un mondo in cui il know-how diventa l’elemento primario di sviluppo economico, sociale e scientifico, finalmente anche in Italia inizia ad esservi rispetto del lavoro intellettuale delle persone, anche nel caso in cui tale lavoro non sia stato pubblicato altrove, ma sia realmente dimostrato essere il risultato degli sforzi altrui. Speriamo che questa sentenza, in qualche modo “storica”, ponga fine all’uso incondizionato del lavoro intellettuale degli studenti e dei ricercatori universitari da parte di baronie, di qualsivoglia origine, senza il loro doveroso riconoscimento.

Abbiamo citato questa sentenza per fare una riflessione sull’utilizzo della produzione intellettuale in Medicina Omeopatica. Ci rendiamo conto infatti, che molto spesso accade di non vedere citato il lavoro pubblico di altri ricercatori quando non sia stato pubblicato su riviste a comitato di lettura, come se lo stesso non esistesse. In parte questo è accaduto e accade per ragioni storiche e linguistiche. In realtà, la maggior parte del sapere e dell’esperienza omeopatica deriva da autorità non “peer reviewed” (da Hahnemann fino ai clinici ed ai ricercatori di oggi), da incontri, workshop, congressi e riviste locali (nazionali). In parte ciò accade per ragioni storiche e linguistiche. I riferimenti ai testi sono stati parzialmente reintrodotti grazie all’EH (Encyclopedia Homoeopathica), ma i risultati di Congressi Nazionali ed Internazionali,  quando provvisti di un comitato scientifico che vagli i contributi congressuali, possono essere una ricca sorgente di informazioni. Giornali locali possono provvedere ad una informazione supplementare. Il Dbase Hom-Inform ( hominform.soutron.com/ ) fornito dal Glasgow Homeopathic Hospital contiene molti articoli derivanti da congressi e giornali, e questo a nostro avviso è un ottimo esempio da imitare (attualmente, a nostra conoscenza, dovrebbe essere fortemente aggiornato). A nostro avviso, allargare l’accesso e l’uso dell’informazione correntemente prodotta nel mondo della Medicina Omeopatica dovrà progressivamente aumentare le pubblicazioni “peer reviewed”. Per tale ragione, sarebbe opportuno che organizzazioni internazionali come la LMHI, con Università ed altre strutture di ricerca e formazione, raccogliessero la letteratura prodotta, per creare un pubblico accesso a molte referenze nazionali ed internazionali. Il passo successivo sarebbe quello di realizzare conferenze di consenso in grado di riassumere lo stato attuale delle conoscenze, dalla ricerca alla clinica, seguendo gli standard della Medicina Omeopatica.
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(1) ripreso dal sole24ore. Per approfondimenti vedi:
www.ilsole24ore.com/