Extreme homeopathic dilutions retain starting material: a nanoparticulate perspective. P. S. Chikramane et al.

Questa ricerca ha suscitato molte discussioni, anche tra i detrattori della medicina omeopatica. Secondo le ricerche degli autori, medicinali prodotti secondo il metodo omeopatico, ad altissime diluizioni (30CH, 200CH), ritengono ancora, in tracce, i componenti originali.

Ciò sarebbe dovuto all’effetto della succussione delle soluzioni. Tale succussione avrebbe la forza di provocare dei conglomerati di dimensioni nanometriche di particelle e solvente (microbolle), che si posizionerebbero verso la superficie della soluzione omeopatica, nel flacone di produzione. Quando vengono eseguite le diluizioni seriali per produrre alte potenze è questa fase superiore del liquido che viene prelevata per eseguire la diluizione. Quando il grado di diluizione raggiunge il valore equivalente alla 6CH (10--12), si creerebbe la condizione sopra descritta. Il risultato è stato ottenuto con potenze omeopatiche di metalli come l’oro, l’argento, lo zinco, sostanze rare, che escludono possibili contaminanti derivanti dalla purificazione dei solventi o dai contenitori. Le implicazioni del risultato potrebbero, a dire di diversi commentatori, far rientrare l’effetto dei rimedi omeopatici nell’ambito dei fenomeni di ormesi. I detrattori della medicina omeopatica, che spesso non comprendono nemmeno di cosa si parla commentano……”c’è sempre il rischio di contaminazione”. Lasciamoli commentare, e aspettiamo la continuazione della storia, con la consapevolezza che se il risultato è riprodotto e confermato, forse uno degli elementi del puzzle va a posto.

200 years Organon of medicine – a comparative view of its six editions (1810 – 1842). J. M. Schimdt.
Nell’occasione del 200 anniversario dell’Organon, Schimdt accenna ad una lettura comparata delle sei edizioni dell’Organon dell’arte del guarire. Nell’articolo vengono segnalate le aggiunte e le modifiche più significative nelle diverse edizioni. Ad esempio molto interessante è l’utilizzo che Hahnemann fa del termine razionale, che è sostituito, dalla prima alla seconda edizione con il termine arte, riferendosi alla pratica della medicina. E nel suo percorso attraverso le varie edizioni si capisce il perché di centrare sul termine arte. In polemica con l’establishment medico della sua epoca, che iniziava ad evocare l’idea di una teoria clinica “razionale”, Hahnemann riporta l’essenza dell’atto medico come scevra da ipotesi teoretiche e invece legata fortemente all’esperienza. Un altro momento importante dell’evoluzione dell’Organon è, come tutti sanno, l’integrazione della teoria dei miasmi, integrazione che avviene nella sesta edizione dell’Organon. Hahnemann ha vissuto a cavallo tra illuminismo e romanticismo, e secondo Schimdt, ne ha subito l’aria, la cultura, il modo di vedere il mondo. Il dibattito dell’epoca “la medicina è scienza o arte?” ne riassume in qualche modo i termini. Ma oggi non siamo allo stesso punto?

The scientist vol. 24 n. 12 (2010).
Evidence: A Seductive but Slippery Concept. Medical guidelines based on so-called scientific evidence are not a panacea.. Richard Smith
Il succo dell’articolo è tutto nel titolo: “Evidenza: un concetto seducente ma scivoloso. Le linee guida mediche basate sulla cosiddetta evidenza scientifica non sono una panacea”.
Smith fa il punto sul sistema EBM. Da leggere, senza commenti. Si può accedere al sito e registrarsi gratuitamente per leggere l’articolo.
http://www.the-scientist.com/article/display/57832/


The liga letter No. 4 • December 2010

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