autore: Miroslav Radman avec Daniel Carton
editore: Plon

Leggendo questo libro mi sono domandato se Annuncia una nuova Era oppure e' una strenna di Natale, con risvolti che potrebbero essere da incubo.

La storia e' semplice, forse anche banale. Miroslav Radman avrebbe scoperto un elisir di lunga vita. Promette qualche anno di ricerche in più, ma entro qualche anno potremmo già essere in grado di, assumendo una magica pozione, vivere come giovincelli fino a 200 anni. Per chi non lo conoscesse, M. Radman e' uno scienziato nato in Croazia e naturalizzato in Francia dove attualmente vive. E' considerata una grande mente. Con la sua equipe ha concepito e dimostrato l'esistenza di un sistema generalizzato (chiamato SOS) presente dai batteri fino all'uomo che permette di riparare il DNA in caso di danneggiamento da parte di radiazioni, stress ossidativo, o altri agenti in grado di interrompere la continuità della doppia elica. Le sue ricerche hanno stimolato centinaia di laboratori in tutto il mondo a guardare a questo sistema di riparazione del DNA, a studiarne le caratteristiche in molti organismi tra cui l'uomo, ed a metterlo in correlazione con molti diversi tipi di cancro e malattie di origine genetica. Ma probabilmente il più grande merito di queste ricerche e'stato di avviare una serie di spiegazioni molecolari all'evoluzione darwinista delle specie.

Quindi, quando il dr. Radman dice che ha in mano una pozione magica di lunga vita bisogna,  se non altro, fare attenzione a quello che dice.

Veniamo ai fatti. Alcuni organismi, dai batteri alle piante, alle meduse, sembra abbiano vita eterna. Questo perchè sono capaci, meglio di altri di difendersi dai danni che provocano le radiazioni ionizzanti e lo stress ossidativo. L'invecchiamento deriva dall'aumento dell'ossidazione cellulare, e dall'incapacità' delle cellule di porvi rimedio con il passare del tempo. Se le cellule di un organismo giovane possono attivare tutte le difese in grado di rispondere agli stress esterni, man mano che passa il tempo anche i sistemi di difesa dallo stress vengono colpiti dall'ossidazione. E quindi diventano meno efficienti, fino a quando il sistema va sotto la soglia di resistenza e sopraggiungono malattie e la morte. Gli organismi " immortali" invece hanno un sistema apparentemente non proteico, o non soltanto proteico, in grado di proteggere, o irrobustire come dice Radman, i sistemi enzimatici di riparazione dei danni. Nel batterio Deinococcus radiodurans vi è una mistura di metaboliti contenenti manganese che entra in gioco, e che appare proteggere in vitro linee cellulari umane (1).

Quindi, per proteggersi dall'invecchiamento e' necessario proteggere o irrobustire i sistemi protettori delle proteine che riparano il DNA.

Secondo l'autore, anche questi sistemi di protezione sarebbero presenti in tutti gli organismi ma a livelli diversi in funzione del patrimonio genetico di ognuno. Gli ultracentenari potrebbero quindi essere dei " mutanti positivi" per questi  sistemi di protezione dei protettori.

Un po' di ricerche ancora e poi potrebbe essere possibile difendersi dallo stress ossidativo almeno fino ai duecento anni. Questa in sintesi l'affermazione. Dato per assodato che a questo si arriverà prima o poi, la seconda parte del libro entra in una specie di previsione di come potrebbe essere un mondo fatto da ultracentenari. Quali implicazioni sociali, umane, etiche e politiche potrebbe portare l'eternità. L'elemento centrale  sembra essere il superamento dell'evoluzione biologica così come la conosciamo oggi, per realizzare in pieno un'evoluzione culturale. La rinuncia alla medicina sostitutiva/chimica/ per giungere ad una medicina esclusivamente biologica/molecolare.  L'uso estensivo della genetica molecolare, la sostituzione di geni alterati con copie sane, aggiunta alla pozione magica/oppure miglioramento molecolare dei protettori dei sistemi di riparazione renderebbero l'umanità sufficientemente robusta da poter continuare a vivere ed a lavorare ultracentenari. Potremmo "evolvere come vogliamo" senza subire  la pressione selettiva. Il contorno sociale, ed alcuni dei suoi valori, dovrebbero essere modificati in funzione dell'allungamento della vita. Ad esempio gli ultracentenari porrebbero un problema di controllo della natalità e di mortalità. Forse nessuno avrebbe voglia di morire e sarebbe necessario passare ad una morte programmata, per cui oltre ad una certa età sarebbe giocoforza necessario morire. L' idea dunque, per digerire la pillola amara dell'obbligo di morire, sarebbe quella di fare in modo che si muoia... di piacere, attivando i centri cerebrali del piacere sessuale, e separandoli dalle funzioni riproduttive. Secondo Radman ci si troverebbe nelle condizioni di una evoluzione della specie essenzialmente culturale, andando al di là per l'appunto del limite biologico della specie umana.

Questo e' solo uno dei numerosi spunti di riflessione per una società di ultracentenari, in cui il valore della riproduzione diviene secondario rispetto alla vita individuale.

Certo ci si può domandare se questo scenario sia possibile o augurabile. In ogni caso la società prefigurata dovrebbe salvaguardare oltre ogni possibile limite la libertà individuale per limitare tutti i rischi di derive totalitarie e totalizzanti, dovute alle pesanti manipolazioni sulla persona umana che una tale prospettiva potrebbe proporre.

Mettiamo davvero che succeda questo, mi sono chiesto, e la Medicina Omeopatica avrebbe ancora un ruolo? Ma certo, di sistemi di riequilibrio della nostra energia vitale ne avremo sempre bisogno. Noi sappiamo bene che, benché si voglia negarlo, gli organismi, che essi siano modificati geneticamente oppure no, vivono in interazione con il mondo. Allora il mondo si adatterà alla nuova condizione umana e l'uomo continuerà a modificarsi in funzione di esso. E forse nuovi miasmi appariranno. E della Medicina del simile ci sarà sempre bisogno.

Nello scenario prospettato, forse l'unica cosa davvero che potrebbe modificarsi, diventando quella umana una società ultracentenaria, sarà la nostra percezione del tempo. Un libro come quello di Radman pubblicato alle soglie del 2012, coincide curiosamente con le profezie del mutamento del mondo previste per il 2012. Magari, è proprio questo che la fine del calendario Maya indica: dovremo misurare il tempo in altro modo. ..

Poi, mi sono svegliato.

1. Slade D, Radman M. Oxidative stress resistance in Deinococcus radiodurans. Microbiol Mol Biol Rev. 2011 Mar;75(1):133-91.

Vincenzo Rocco

Au delà de nos limites biologiques

Miroslav Radman avec Daniel Carton

PLON editeur

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