Buongiorno, mi chiamo Silvia e in seguito ad un movimento sbagliato il  ginocchio sinistro a iniziato a gonfiarsi. Dopo aver preso Arnica 1000 per 3 giorni la situazione non è migliorata e allora ho fatto una risonanza magnetica. Questa è la risposta:

 " Non si evidenziano rime a carico delle fibrocartilagini meniscali.Segnale finemente disomogeneo del legamento crociato anteriore e dei legamenti collaterali in esiti distrattivi. Non si apprezzano significative alterazioni di segnale a carico del legamento crociato posteriore. Nella norma i tendini rotuleo e quadricipitale. Discreta quota di versamento intra-articolare. Rotula alta, laterodeviata, con associati fenomeni di condropatia femoro-rotulea. Non si osservano alterazioni di segnale di significato patologico a carico dei segmenti scheletrici studiati." 

La mia dottoressa di base; omeopata, mi ha prescritto il MEDROL 16 mg dicendo basta ai rimedi omeopatici altrimenti fra 3 mesi sono ancora in questa situazione. 

Io, però, il CORTISONE non voglio prenderlo!!!!

Potete cortesemente aiutarmi suggerendomi un'alternativa omeopatica con rispettivo dosaggio e modalità di assunzione ( leggevo del RIBES NIGRUM ) ? Io mercoledi 3 giugno, dopo 3 settimane di malattia, dovrei tornare al lavoro ma ho ancora fastidio al ginocchio.    

Aspetto una vostra risposta......spero il più velocemente possibile!

GRAZIE!!!!!!!

 

Gentile signora Silvia,

queste corrispondenze dovrebbero servire per dare al cittadino una conoscenza della Medicina Omeopatica e speriamo di riuscirci. Dico speriamo in quanto nella comprensione comune, ancora oggi, la Medicina Omeopatica sembra, ai non addetti ai lavori, distinguersi, da quella convenzionale, solo per il fatto di utilizzare farmaci naturali in piccole dosi. Ovvero una volta che si fa diagnosi di malattia il medico omeopatico sceglierebbe il "farmaco omeopatico" e il medico convenzionale i farmaci chimici. Ma non è così! Questa esemplificazione porta poi a formulare, da parte dei "superficiali", l'inefficacia di farmaci a basse dosi somministrati per curare una certa malattia! Paradossalmente secondo questo ragionamento i "superficiali" avrebbero anche ragione! Ma se il "superficiale" decidesse di studiare il paradigma della Medicina Omeopatica si accorgerebbe che esiste una differenza sostanziale tra i due metodi: allopatico ed omeopatico. Il primo, allopatia, studia le malattie dell'uomo da una parte e poi ricerca i farmaci per curare la sintomatologia; tutto ciò comporta tentativi successivi e nel tempo le stesse malattie hanno visto e vedranno protocolli di cura diversi perchè diagnosticati secondo le linee guida di efficacia del momento, per una certa malattia! La seconda, omeopatia studia le sofferenze del malato attraverso lo studio sperimentale del rimedio; si tratta di un unico momento di ricerca che confronta rimedio e malato! Quindi il rimedio omeopatico, per una certa sintomatologia resta efficace nel tempo e non viene mai sostituito come la storia ci ha insegnato, da più di 200 aa.

Dove sta quindi l'equivoco e la differenza?! Nel fatto che la medicina allopatica prescrive i farmaci sulla diagnosi di malattia. Quella omeopatica prescrive i rimedi sulla diagnosi di malato e quindi indaga sulle particolarità che emergono individualmente dal suo stato di malattia. In allopatia dunque la terapia di una malattia è ristretta ai pochi farmaci ritenuti efficaci dalle linee guida del momento. Mentre in omeopatia le scelte vengono guidate dalla particolarità complessiva dei sintomi del malato. In questo ultimo caso il medico si sofferma sui dati oggettivi e soggettivi da lui rilevati. Ad esempio nel suo caso: lateralità dell'arto, progressione dei sintomi storica (lenta o veloce), gonfiore e sua localizzazione, sul colore, sul calore emanato o meno, sulla reazione al tatto, sulla posizione spontanea che assume, sulla sensazione del dolore (sopportabile o meno), sul tipo di dolore, tirante, come fitte, come una lacerazione, bruciori, tensioni etc, sui miglioramenti con caldo o  freddo, o sui peggioramenti, con l'immobilità assoluta oppure con il movimento,etc. Si estenda l'indagine anche al cambio dell'evacuazione: ad esempio tenesmo secondario al dolore all'arto. Si estenda l'indagine alla sintomatologia notturna: desiderio di calore delle coperte o avversione. Si estenda l'indagine all'umore ed ai mutamenti secondari all'incidente...e così via.

Quindi i risultati della RM possono dare indicazioni terapeutiche nel modello allopatico, ma sono insufficienti per la scelta del rimedio omeopatico che risulta doversi effettuare per analogia tra i sintomi del malato (come esplicitato sopra) e quelli simili che un certo rimedio ha prodotto nella sperimentazione sull'uomo sano. 

Quindi se intende farsi curare omeopaticamente non pensi che la descrizione della RM possa esser sufficiente a diagnosticare il rimedio per la cura.

Piuttosto ne parli con un medico omeopata unicista,

cordialmente,

dr. Carlo Melodia