Gentile dottore,
sono una ragazza di 32 anni con dermatite atopica dalla nascita. Negli ultimi mesi, a seguito di alcuni episodi frequenti di attacco della patologia (incentrati su braccia e mani) mi sono rivolta a un medico omeopata che mi ha prescritto una cura, partendo da Curasyn n.4, per poi passare ad altri rimedi. Fin dal primo momento la dermatite è molto peggiorata, addirittura ho avuto un episodio di orticaria su entrambe le braccia e mani, e al momento mi ritrovo con macchie di dermatite su tutto il corpo, specialmente su pancia e gambe. Le uniche parti non colpite sono viso e collo (anche se il collo è spesso pruriginoso ma riesco a controllare lo sfogo con creme). Parallelamente è aumentato anche il prurito, che in molti casi precede la comparsa di nuove chiazze e ho notato la concomitanza con il termine dei pasti, quindi con la terapeuta abbiamo concordato delle prove di intolleranza. Sono risultate intolleranze a farina bianca, lieviti, zuccheri, caffè, latticini e altri alimenti. Premetto che seguivo dieta vegetariana consumando regolarmente cereali specie integrali, frutta e verdura, legumi, veramente pochi cibi spazzatura. Al momento il consiglio della terapeuta è, tra gli altri, di consumare prodotti a base di farina (ma mai bianca) non più di due volte alla settimana
La mia domanda è: può una terapia omeopatica far emergere lintolleranza ad alimenti che prima non mi davano problemi, o forse non davano reazioni così manifeste? Se sì, sarà temporanea e potrò tornare ad alimentarmi regolarmente? Tenga presente che avevo già problemi a prendere peso, e con l inizio del nuovo regime sono scesa a 46kg.
Se il peggioramento può essere inquadrato nellambito dellaggravamento omeopatico, entro quanto posso aspettarmi anche un solo lieve miglioramento? A parte lorticaria, tutti i nuovi attacchi di dermatite non hanno subito recessioni ma continuano a estendersi sul corpo.
Esistono nuove diete basate sullesclusione dei cereali e legumi dalla dieta, e un aumento considerevole delle proteine animali (es. dieta paleo). Molti ne sostengono lefficacia nelle malattie della pelle, ma non causerebbero sbilanciamenti per favorire altre patologie?
La ringrazio per la disponibilità e i suoi preziosi consigli.
Cristina
Gentile Cristina,
iniziamo dalle sue idiosincrasie, che ha praticamente dall'infanzia. Mi sembra che la sua reattività intrinseca porti, non solo al manifestarsi degli eczemi, ma anche ad edemi tipo orticaria!?
Consideri, a proposito dei test di intolleranza e di allergia, che, se questi test si ripetono a distanza di tempo, si trovano variati i risultati per il fatto stesso che in base al consumo di un certo alimento o al contatto con un certo allergene l'organismo sensibile può manifestare una nuova idiosincrasia. Tutto ciò sta a significare che il problema va osservato dalla parte dell'organismo piuttosto che dell'alimento o dell'allergene. Non esiste di per se un alimento più cattivo di un altro, in questo senso, ma solo persone più o meno sensibili. In alcune persone le fragole, le cipolle, la pesca, le noci, la cioccolata, e così via, possono creare vere e proprie reazioni edematose anche gravi o anche eczematose, ma non potremmo in assoluto stabilire che detti alimenti siano intrinsecamente pericolosi. Detto questo, la conseguenza logica che emerge da quanto sopra illustrato è che l'attenzione del medico deve essere indirizzata soprattutto alla parte recettiva, ovvero all'organismo malato inteso unitariamente. A proposito, ha indagato sulla funzionalità della sua tiroide (dosaggio ormoni ed anticorpi)?
Arriviamo alla Medicina Omeopatica. Seguendo sempre il ragionamento iniziato sopra emerge che la sua, scusi il termine, patologia, è un risultato visibile di un disquilibrio più interno che va indagato dall'omeopata attraverso lo studio della persona, di Cristina, nella sua storia biopatografica unica, nel suo modo di essere, comportamenti, relazioni fino alla particolarità dei suoi sintomi fisici modalizzati. Alla fine l'omeopata prescriverà un rimedio unico, analogico, alla sintomatologia di Cristina. D'altra parte un approccio che invece parta dalla patologia della pelle per decidere la scelta del prodotto da somministrare ( per di più complesso, quello di cui mi parla ) non si discosta dal paradigma della allopatia che parte dalla malattia per prescrivere la terapia senza bisogno di conoscere l'individualità che sta dietro ad ogni manifestazione di malattia; anche se la malattia si presenta apparentemente uguale nei suoi tratti comuni in molte persone. In pratica il complesso terapeutico che lei assume viene prescritto sulla diagnosi di malattia (della pelle) piuttosto che su quello di malato. Ciò non corrisponde allo statuto epistemologico proprio della Medicina Omeopatica che vede nel malato, visto in modo unitario, la centralità della propria indagine medica e nella sperimentazione pura la ricerca del rimedio unico da prescrivere secondo il principio della similitudine.
In pratica ed in definitiva si tratta di avere una giusta informazione sull'impostazione terapeutica che il suo medico sta seguendo e condividerne, come paziente, in modo consapevole, la scelta!
Sperando di esserle stato di aiuto,
cordialmente,
dott. Carlo Melodia